Attacco massiccio su Kiev. Nella notte tra il 24 e il 25 maggio l’Ucraina ha vissuto una delle offensive aeree più violente dall’inizio dell’invasione. Secondo l’Aeronautica di Kiev, la Russia ha lanciato 367 tra droni e missili, con un bilancio di almeno 13 morti e 56 feriti in tutto il Paese. La capitale è stata uno dei principali bersagli, con tre vittime e dieci feriti. Le difese aeree ucraine hanno abbattuto 45 missili e 266 droni, ma il sistema è stato sovraccaricato.
Colpiti bambini e civili
Tragico l’esito per tre giovani vittime: due bambini di 8 e 12 anni e un ragazzo di 17, morti nella regione di Jitomir. A Mykolaiv, un’altra persona è deceduta e cinque sono rimaste ferite. Nella regione occidentale di Khmelnytskyi si contano quattro vittime e altrettanti feriti. Il presidente Zelensky ha denunciato il silenzio americano come un incentivo per Putin a proseguire la guerra.
Il fronte diplomatico e militare
La Russia ha annunciato di aver conquistato il villaggio di Romanovka, nel Donetsk, mentre nella regione di Kursk si è registrato un attacco ucraino durante una visita di Putin. Il Cremlino afferma che l’elicottero presidenziale è stato bersagliato da droni, subito neutralizzati dalla difesa aerea. Sempre secondo Mosca, sarebbero stati abbattuti oltre mille velivoli senza pilota tra il 20 e il 22 maggio.
Prigionieri scambiati, madri in attesa
Intanto si è conclusa la seconda fase del maxi scambio di prigionieri: 303 per parte, per un totale di 697 ucraini liberati in due giorni. Le immagini dall’ospedale di Chernihiv hanno mostrato soldati provati, madri con fotografie dei figli scomparsi e abbracci interminabili. Kiev ha dichiarato di essere già al lavoro per la terza fase, prevista entro poche ore.
Il nodo internazionale
L’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas ha invocato la massima pressione su Mosca, mentre il cancelliere tedesco Merz si è detto scioccato dalla posizione di Trump, che sembrerebbe intenzionato ad abbandonare l’Ucraina. Intanto, a Mosca, è attesa una nuova visita del ministro degli Esteri turco, per preparare eventuali negoziati. Secondo fonti russe, Istanbul resta la sede più probabile per i colloqui.
Appello da Napoli
Nel frattempo, anche in Italia la guerra torna al centro dell’attenzione. A Napoli, oltre duecento persone si sono radunate in piazza dei Martiri per esprimere solidarietà all’Ucraina. Nessuna bandiera di partito, solo i colori dell’Ucraina e dell’Unione Europea. La protesta silenziosa è stata organizzata da Azione e sostenuta da esponenti del mondo civile e culturale.
