L’esercito di Haftar dispiega truppe d’élite al confine con il Ciad

Libia, operazione militare al valico 17 dopo l’attacco subito: l’invio deciso il 6 luglio

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In risposta agli scontri con il gruppo armato di Saleh Habré, le forze di Saddam Haftar schierano colonne di veicoli e reparti speciali lungo la frontiera sud. L’obiettivo è ristabilire il controllo nel Fezzan, snodo di traffici e tensioni tribali

Reazione militare immediata. Dopo l’attacco subito nei giorni scorsi da un posto di blocco dell’Esercito nazionale libico (Enl) al confine con il Ciad, le forze di terra comandate dal generale Saddam Haftar hanno deciso di rafforzare la presenza militare nella regione. L’invio di unità d’élite è stato diretto verso il valico numero 17, una delle principali porte d’accesso al deserto tra Libia e Ciad. La decisione è stata comunicata ufficialmente attraverso una nota pubblicata sui canali social dell’Enl.

Convogli nel deserto
Le immagini diffuse mostrano una mobilitazione notturna su larga scala: colonne di mezzi blindati, scortati da forze speciali, si muovono da una base illuminata verso l’interno del deserto. Tra i dettagli più significativi del video, si nota l’arrivo di convogli blindati a un posto di controllo presidiato, e una lunga fila di fuoristrada che avanza ordinatamente su piste sabbiose scarsamente illuminate. Un’operazione logistica complessa, indice della volontà di esercitare pressione militare costante nella zona.

Il gruppo di Saleh Habré
L’attacco precedente è stato attribuito a una formazione armata guidata da Saleh Habré, cugino dell’ex presidente ciadiano Hissène Habré. Il gruppo, attivo da tempo nella zona frontaliera tra Fezzan e Tibesti, ha colpito una postazione dell’Enl, causando vittime e la cattura di alcuni militari. Le fonti locali suggeriscono che l’azione possa essere collegata alla recente detenzione di Hassan Moussa Keley, figura di rilievo della comunità Tebu, da parte delle forze fedeli ad Haftar.

Versioni contrastanti sull’attacco
Mentre fonti locali parlano di perdite significative per l’Enl, la Divisione media militare dell’esercito ha diffuso una narrazione opposta, definendo l’evento come una “operazione riuscita” contro un gruppo di oppositori ciadiani. Secondo il comunicato ufficiale, sarebbero stati catturati diversi miliziani e inflitte gravi perdite in termini di vite umane e materiali al gruppo armato, nel quadro di un’azione mirata a garantire la sicurezza della frontiera meridionale.

Un’area fuori controllo
Il sud della Libia, e in particolare il Fezzan, continua a rappresentare una delle aree più fragili del Paese. Il controllo dell’Enl, pur consolidato nella Cirenaica, resta contestato nel deserto meridionale, crocevia di traffici, migrazioni e dinamiche tribali. Il ritorno in scena di figure come Saleh Habré, già coinvolto in passato nelle brigate di Haftar e poi allontanato per insubordinazione, conferma la difficoltà nel mantenere una catena di comando unificata nel territorio.

Rischi geopolitici regionali
La crescente instabilità nella regione desertica riaccende le preoccupazioni di attori regionali e internazionali. Egitto, Sudan e Ciad monitorano con attenzione l’evolversi della situazione, mentre i timori per una nuova escalation armata aumentano anche alla luce della presenza dell’Africa Corps, formazione russa operativa nel territorio libico. Con il dialogo nazionale in fase di stallo e le tensioni tra Tripoli e Bengasi mai sopite, la crisi al confine potrebbe alimentare nuove fratture.