La mozione anti-von der Leyen? «Manovra russa». A Bruxelles si alza il livello dell’allerta politica: secondo la Commissione europea, la mozione di sfiducia presentata da 77 europarlamentari contro Ursula von der Leyen porterebbe la firma di Mosca. Lo ha denunciato con toni durissimi il portavoce della Commissione, Thomas Regnier, parlando apertamente di un tentativo di destabilizzazione orchestrato dal Cremlino. La mozione, presentata lo scorso 10 luglio e respinta dall’Aula con 360 voti contrari e 175 favorevoli, sarebbe stata promossa da forze riconducibili all’estrema destra europea e supportata da una campagna di disinformazione riconducibile alla rete mediatica russa.
Propaganda e discredito come arma geopolitica
L’accusa della Commissione è pesante: dietro i tentativi di minare la leadership della presidente uscente ci sarebbe un disegno preciso, volto a indebolire le istituzioni europee nel pieno delle trattative su difesa comune, aiuti all’Ucraina e nuove sanzioni alla Russia. La Commissione parla apertamente di «interferenza sistemica», puntando il dito contro portali, social network e reti di influenza già monitorate dai servizi di intelligence. Il sospetto è che Mosca abbia scelto la via del discredito istituzionale come prolungamento della guerra, utilizzando l’informazione come strumento bellico.
Droni kamikaze, Kiev nel mirino
Mentre la battaglia si combatte nelle aule europee, sul campo si prepara un’offensiva di proporzioni inedite. Secondo quanto dichiarato dal generale tedesco Christian Freuding, comandante dell’unità speciale di supporto alla difesa ucraina, la Russia starebbe pianificando un attacco simultaneo con 2.000 droni Shahed contro Kiev e altre città. Il piano prevede l’utilizzo di droni kamikaze a bassa quota e basso costo (stimato in circa 30-50 mila euro ciascuno), capaci di saturare le difese aeree nemiche attraverso un’azione a sciame.
Difese inadeguate contro un attacco di massa
Le difese ucraine, basate su sistemi sofisticati come i Patriot americani (ogni missile costa oltre 5 milioni di euro), potrebbero non reggere un assalto di queste dimensioni. Il rischio è che l’alto numero di droni superi le capacità di intercettazione, colpendo centrali elettriche, depositi e nodi logistici vitali. La strategia russa punta sull’esaurimento delle risorse difensive di Kiev, con attacchi ripetuti e simultanei su più fronti. Freuding ha chiesto con urgenza ai Paesi alleati di fornire radar avanzati, sistemi laser e armi a corto raggio in grado di colpire velocemente bersagli multipli.
Un doppio fronte: bellico e politico
Lo scenario attuale mostra un fronte di guerra che non è più solo militare ma anche informativo. Mentre in Ucraina si combatte con armi e droni, in Europa si scontrano verità, propaganda e strategie di disinformazione. Mosca agisce su entrambi i piani: bombarda città e ospedali, ma contemporaneamente tenta di disarticolare il fronte politico occidentale. Le elezioni europee del prossimo anno, la scelta del nuovo presidente della Commissione e la tenuta delle sanzioni rappresentano partite cruciali che il Cremlino sembra voler influenzare in ogni modo.
L’Europa corre ai ripari
La presidente von der Leyen, pur evitando toni polemici diretti, ha fatto sapere che la Commissione non tollererà alcun tentativo di condizionamento esterno. I servizi di sicurezza europei sono al lavoro per tracciare le reti digitali sospette, rafforzare la cyberdifesa e proteggere i processi democratici. Ma la sfida resta aperta, e per molti osservatori siamo solo all’inizio di una nuova fase della guerra ibrida.
