Putin offre una tregua su misura a Trump: le condizioni di Mosca per l’intesa

Secondo il consigliere russo Dmitrij?Suslov, l’offerta mirerebbe a una tregua bilaterale

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Rinuncia dell’Ucraina all’ingresso nella Nato, demilitarizzazione interna e riforme costituzionali in senso federale. Questo pacchetto unica via d’uscita: Europa fuori da tutto

Per il Cremlino, la strada verso una tregua in Ucraina passa attraverso un’intesa bilaterale con Washington, escludendo di fatto l’Ucraina e l’Europa dal tavolo. Il piano proposto prevede il ritiro delle forze ucraine dalle zone del Donbass ancora contese e, in cambio, il ritiro russo da alcune regioni come Sumy, Dnipropetrovsk e Kharkiv. La linea del fronte resterebbe immutata altrove. La condizione più importante, definita “inaggirabile” da Suslov, è che Kiev rinunci in maniera permanente a entrare nell’Alleanza atlantica.

Rispetto a un anno fa, Mosca appare meno rigida. Allora chiedeva il completo ritiro ucraino da tutte e quattro le province annesse, mentre ora limita la pretesa al Donbass. La novità è anche la disponibilità a discutere non soltanto dell’accordo finale, ma di un cessate il fuoco immediato. In ogni caso, per Putin una tregua dovrebbe includere anche la demilitarizzazione del Paese e una riforma costituzionale che trasformi l’Ucraina in uno Stato federale.

Due scenari possibili

Secondo Suslov, lo scenario auspicato dal Cremlino è che Donald Trump accetti la proposta, approvando un piano comune per la tregua. In tal modo, il presidente americano troverebbe una via d’uscita dalla crisi che lo vede impegnato anche su altri fronti internazionali, come la pressione su Cina, India e Brasile per ridurre le importazioni di petrolio russo. Un successo in Alaska gli permetterebbe di disinnescare tensioni con tre Paesi chiave dei Brics ed evitare una pericolosa escalation commerciale e diplomatica.

L’altra ipotesi è che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sostenuto dall’Europa, respinga l’offerta. In tal caso, Trump potrebbe interrompere completamente l’assistenza militare a Kiev e smettere di vendere armi agli europei perché non vengano trasferite all’Ucraina. Una mossa che, secondo Suslov, accelererebbe la sconfitta e il collasso del Paese.

Il significato del vertice in Alaska

La scelta dell’Alaska non è casuale. Per il consigliere del Cremlino, si tratta di un luogo altamente simbolico, il più “russo-americano” possibile, lontano dall’Europa e vicinissimo alla Russia. Il summit segnerebbe il primo incontro a pieno titolo tra i due Paesi in territorio statunitense dopo quindici anni, un segnale della volontà di voltare pagina e ristabilire rapporti più distesi.

Oltre alla questione ucraina, l’agenda prevede un ampio spazio per il dossier Artico. La regione, sempre più accessibile a causa dello scioglimento dei ghiacci, è al centro di un confronto militare crescente, ma offre anche prospettive di cooperazione economica, ricerca congiunta, esplorazione di materie prime e sviluppo di rotte commerciali.