Reddito di Cittadinanza, la Campania non è pronta

In tutto 391mila famiglie beneficeranno del sussidio, ma ci sono solo 46 centri per l'impiego

Il rapporto è di 1 dipendente per ogni 2200 disoccupati. La Campania è definita anche regione "pericolosa", c'è il rischio che il RdC vada a finire nelle tasche di chi un lavoro ce l'ha ma lo svolge a nero.

Napoli.  

Con l’ultima versione del decreto che regola Reddito di cittadinanza e Quota Cento, si delinea meglio la platea e l’entita` del sussidio contro la poverta` e la disoccupazione, bandiera del Movimento Cinque Stelle.

Il reddito puo` essere richiesto da tutti gli italiani o gli extracomunitari con permesso di soggiorno nel nostro Paese da almeno dieci anni.

Ogni nucleo familiare deve avere un reddito Isee entro i 9.360 euro l’anno (che cala a 6.000 per i single ), un patrimonio immobiliare, al netto della prima casa, non superiore ai 30.000 euro, rendite finanziarie non oltre i 6.000 (10.000 con almeno 2 figli), divieto di possedere auto sopra i 1.600 di cilindrata o barche.

I figli a carico devono avere meno di 26 anni. Viene escluso chi si e` dimesso volontariamente, i detenuti e i degenti di lungo corso in strutture pubbliche.

Entro diciotto mesi i Centri per l’impiego devono trovare tre offerte di lavoro ai percettori di reddito, i quali possono rifiutare le prime due entro i primi 12 mesi. Al terzo rifiuto perdono il diritto all’assegno.

I fondi. Nell’ultima bozza del decreto i fondi per il reddito scendono a 5.974 milioni nel 2019, contro i 6.110 milioni della precedente versione. In totale siamo a 6,1 miliardi di euro fino al 2021. Un miliardo è destinato al potenziamento dei centri per l'impiego.

La platea. Dopo le polemiche degli ultimi giorni, il governo ammette che i beneficiari saranno meno rispetto al previsto: infatti si parla di una platea di 1.700.000 di famiglie per 4.900.000 percettori totali.

I beneficiari. in Italia 1.700.000 famiglie, 4.900.000 percettori totali. Al Centro Nord andrà il 47%, Sud e Isole 53%.

La parte del leone la fa proprio la Campania che potrebbe intercettare un terzo delle risorse destinate al sud. I beneficiari in Campania si stima siano 391mila famiglie, in tutto circa 3,1 miliardi di euro. Si tratta del 23% di tutti i nuclei familiari che in Italia riceveranno l’assegno previsto dal governo a partire dalla prossima primavera. 229.900 distribuiti tra Napoli e provincia, 20.900 ad Avellino, 13.200 a Benevento, 62mila a Caserta e 65.300 a Salerno. Inoltre, secondo i dati disponibili sul sito del ministero del Lavoro, sono oltre 77mila le famiglie con un reddito nullo e ben 143.500 quelle con un Isee ordinario inferiore ai 1500 euro. E’ a loro che andra’ la cifra piu’ alta del Reddito di Cittadinanza.

Ma la Campania è anche inserita nell'elenco delle cosiddette regioni pericolose, dove c'è il rischio che il sussidio vada a finire nelle tasche di chi un lavoro ce l'ha ma lo svolge a nero. Al primo posto c'è la Calabria, secondo posto alla Campania.

Secondo La Cgia di Mestre nella nostra regione ci sono almeno 372.600 lavoratori in nero che sulla carta potrebbero avere i requisiti per il reddito di cittadinanza.

Ma quanto si andrà a prendere? Il sussidio va scomposto tra una componente massima di 500 euro a famiglia modulabile in rela- zione all’Isee e 280 euro per l’affitto . L' importo èvariabile in base al numero di componenti del nucleo familiare (da 500 euro mensili per 1 componente a 1.050 euro per 3 adulti e 2 minorenni), a cui si aggiungono 280 euro di contributo mensile all'affitto.

Quando e dove si potrà fare domanda per il reddito di cittadinanza? Dal 1°marzo può essere richiesto anche con modalità telematiche negli uffici postali o ai Centri di assistenza fiscale convenzionati con l'Inps. Sarà l'Inps a verificare il possesso dei requisiti per l'accesso. Spetta, invece, ai Comuni la verifica dei requisiti di residenza e soggiorno. L'esito delle verifiche è comunicato dall'Inps.

Arriva la carta, le regole d’uso. Anche su questo punto il decreto non e` chiaro. Ma entro un mese dalla presa in carico da parte dell’Inps e del centro per l’impiego l’istituto previdenziale mandera` a casa la “carta del reddito di cittadinanza”, una card telematica sulla quale viene accreditato il sussidio e permette l’acquisto di beni e servizi (esclusi, alcoolici e gioco d'azzardo). Con la card si potra` prelevare fino a 100 euro in contanti.

Controlli e perdita del beneficio. Se cambiano le condizioni di reddito (aumento delle entrate, nuovo lavoro, l’avvio di una nuova attivita` imprenditoriale), queste vanno comunicate all’Inps entro 30 giorni nel primo giorno ed entro quindici negli altri. In caso contrario si rischia di perdere il sussidio. Tocchera` poi ai Cpi e ai Comuni individuare gli abusi (come lo svolgere lavoro nero) e segnalarli all’Agenzia delle entrate e alla Gdf per i controlli. Chi perde il reddito, non puo` richiederlo prima di un anno.

Le sanzioni. Chi per ottenere il Rdc con dolo fornisce dati e notizie false, incluso l'occultamento di redditi e patrimoni ai fini Isee, o dichiarazioni fiscali, è punito con la reclusione da 1 a 6 anni, oltre alla decadenza dal beneficio e al recupero di quanto indebitamente percepito (anche in assenza di dolo). In caso di dolo il Rdc non potrà essere richiesto per 10 anni. La sanzione penale è estesa anche a soggetti terzi che collaborano con dolo ad occultare redditi e patrinomi del beneficiario.

Il Patto sul lavoro. Entro 30 giorni dalla accettazione della pratica, il beneficiario e` convocato presso il Centro per l’impiego o le strutture private accreditate. Qui firma il cosiddetto “Patto per il lavoro”: ribadisce la disponibilita` a iniziare immediatamente un lavoro, dichiara di seguire un percorso di formazione, s’impegna a fornire (circa 40 ore per attivita` a fini sociali e a sostenere colloqui psicoattitudinali, si registra al Sistema informativo unitario.

Rifiutare un'offerta di lavoro non congrua è possibile. Ma attenzione al terzo rifiuto scatta la revoca del reddito. E poi il beneficiario non può scegliere. Nei primi sei mesi va accettata un'offerta di lavoro entro i 100 km dalla residenza. Oltre il sesto mese può diventare congrua anche un'oferta a 250 km da casa. Dopo un anno bisogna accettare offerte ovunque sul territorio italiano salvo impedimenti dovuti a minori o disabili a carico.

Il tutor. Per cercare lavoro ai beneficiari del reddito di cittadinanza arrivano i navigator, tutor personalizzati. Per ogni posto di lavoro trovato il navigator prenderà un premio salariale pari a un quinto del reddito di cittadinanza del disoccupato. Premi di produttività spettano anche al direttore del centro per l'impiego. Per assumere 4000 nuovi navigator sono stati stanziati 250 milioni.

Le aziende che assumono. Assumere un disoccupato beneficiario del Reddito di cittadinanza puo` convenire alle aziende. Le imprese che decidono di attingere alle liste dei Centri per l’impiego avranno uno sgravio contributivo fino a un massimo di 18 mesi.

Non deve essere un’assunzione “qualunque”, pero`. Niente part-time e niente contratti precari. Lo sgravio vale solo per le as- sunzioni a tempo pieno e indeterminato e il lavoratore non deve es- sere licenziato nei primi 24 mesi, a meno di giusta causa o giustificato motivo oggettivo. Per evitare “furbizie” da parte delle imprese, inoltre, gli sgravi spetteranno solo se le assunzioni saranno aggiuntive rispetto all’organico esistente. Unica ec- cezione: il turnover con i pensionati. Niente sgravi alle aziende che nei tre anni precedenti hanno impiegato dipendenti “in nero” .

Agevolazioni. Fino a 4.680 euro per chi apre un’attivita`. Ci sono incentivi per chi decide di “inventarsi” il lavoro con una propria attivita`: il decreto prevede che ai beneficiari del Rdc che avviano un’attivita` lavorativa autonoma o di impresa individuale entro i primi 12 mesi di fruizione del sussidio, e` riconosciuto in un’unica soluzione un beneficio addizionale pari a sei mensilita` di Rdc, nei limiti di 780 euro mensili, con un tetto quindi di 4.680 euro.

Il primo aprile lo Stato vuole erogare il reddito di cittadinanza. Manca poco. E vanno ancora rilanciati i Centri per l’impiego, che a Napoli sono cinque sulla carta, ma tre effettivi. Il personale è carente, le attrezzature mancano, ad oggi non sono attrezzati per gestire la mole di beneficiari di reddito che dovrà arrivare.C’è chi è iscritto da più di 10 anni ma non ha mai ricevuto una sola offerta di lavoro, chi si iscrive (e lo stanno facendo in molti in queste settimane) solo per non perdere il ‘treno’ del reddito di cittadinanza. Tutti però sono d’accordo che a oggi, così come sono, i centri per l’impiego, servono a poco, di certo non a trovare lavoro.

A Napoli i centri sono tre. Uno dei più grandi è quello di via Diocleziano, nel quartiere Fuorigrotta. Se hai bisogno di un certificato, una Did (Dichiarazione di disponibilità al lavoro) o altro, conviene recarsi nella struttura intorno alle 7.30. Perché i dipendenti a quell’ora affiggono sul muro un foglio bianco dove bisogna scrivere a penna il proprio nome per prenotarsi. Poi nel corso della mattinata arriva l’impiegato che scorrendo la lista fa entrare le persone negli uffici. Settantacinque utenti al mattino, 25 il pomeriggio.

La Campania la Regione più in difficoltà. Allo stato attuale, è stato calcolato che ogni dipendente di un Centro dell'Impiego in media dovrà occuparsi delle pratiche e trovare lavoro a 892 persone.La Regione italiana con il maggior rapporto tra richiedenti del reddito e il numero totale di residenti è proprio la Campania, dove ogni singolo dipendente dei Centri dovrebbe supportare nella ricerca di lavoro ben 2289 persone. Senza considerare che per ogni richiedente le offerte proposte dovranno essere almeno tre.

E c'è un problema anche di controlli su lavoro nero e dichiarazioni false. L’Inps ad esempio ha solo cinque giorni per controllare i documenti con Fisco, registro auto ed enti locali. Se non si crea un'unico data base a cui accedere, esercitare un vero controllo sui falsi poveri sarà molto complicato.

I centri per l'impiego finora hanno lavorato esclusivamente su reddito di inclusione, che da aprile sarà completamente cancellato. Da giugno 2018 è la Regione Campania a gestirli. In Campania ci sono 46 centri per l'impiego. Alcuni uffici già sono al collasso.