"Dopo il buio del carcere, nei miei occhi una vita vera"

ESCLUSIVO/La storia toccante di Giuseppe, in arte “Baloo” e il suo riscatto attraverso la musica

Una lettera intervista di grande impatto e l’analisi di Mercedes Russo, sociologa di Grottaminarda, specializzata in devianza sociale e personale...

Napoli.  

La vita è un percorso dove c'è chi sceglie una strada da battere e chi al contrario una scorciatoia. Poi c'è chi dopo aver sbagliato tracciato decide di cambiare direzione di marcia  svoltando seriamente.

E’ la storia toccante di Giuseppe, in arte “Baloo”, 30 anni, nato a Napoli, Fuorigrotta nella zona Flegrea, raccontata in esclusiva a Ottopagine, attraverso la sociologa di Grottaminarda Mercedes Russo specializzata in devianza sociale e personale.

“In giovane età iniziai a fare vari spostamenti tra il Lazio e la Campania. Ho  conosciuto la musica sin da bambino grazie al mio papà e ai miei zii musicisti blues.

Nel corso della mia adolescenza ho legato rapporti con i ragazzi del mio Quartiere...  Molti sono finiti in prigione e sono stati quelli più fortunati perché molti altri hanno pagato con la vita le scelte o comunque la realtà sbagliata in cui siamo cresciuti.

Anche io appartenendo a questo mondo ho commesso diversi crimini già dall’adolescenza, dal ragazzo che steccava in piazza  fino a sedere ai tavoli più importanti di Roma e della Campania e senza rendermene conto tra amicizia e grado di parentela mi sono trovato in una dinamica difficile ed è bassa la percentuale di uscirne illeso. Ho vissuto la vita sapendo che prima o poi anche per me sarebbe arrivato un conto da pagare.

Ma dentro di me sentivo più amore della media del mio branco e disperatamente ho cercato la salvezza. Iniziai a lavorare trasferitomi in un paese del basso Lazio con tutta la mia famiglia che purtroppo è stata presente solo in parte nella mia vita.

L’errore più grande che mi riconosco oggi è il non saper fingere e non aver ancor imparato la cattiveria dell'essere umano anche se detto da me potrebbe sembrare assurdo.

Ho sempre amato i miei amici ''sbagliati '' e creduto nei nostri ideali fino all’ultimo... Appartenenza era la logica. Quando pian piano ero verso il percorso più giusto iniziarono a nascere problemi con altre famiglie e o gruppi che volevano il controllo dei traffici illeciti nella zona.

Ed ecco il mio errore invece di inseguire i miei sogni l amore e la mia vita non ho saputo lasciare soli quegli amici che da bambini già  dividevano con me giorni e problematiche... Sentivo che oltre tutto dovevo difenderli. E iniziò così qualcosa di assurdo tra pestaggi raid e forse anche cose più brutte ma io non lo facevo con un obbiettivo ma per amore... Non avrei mai abbandonato chi mi è sempre rimasto fedele.

Il mio essere buono ha fatto di me un criminale. In quelle zone vuoi o non vuoi tutti sapevano e rispettavano quello che rappresentavo... Tutti tranne io, ero stufo.

E così alla fine ciò che ho pagato è aver scelto gli amici... Ma fortunatamente non fù con la morte che decisero di togliermi di mezzo ma con l’infamia... E nel momento più bello della mia vita quando progettavo un lavoro onesto una famiglia con la donna che amavo... Rimasi incastrato.

Mi trovai 20 agenti dentro casa non dissero nulla... Mi ammanettarono davanti mia madre... Non dimenticherò mai la sua faccia in quel momento. Non c’era bisogno che chiedessi perché avevo già capito l’accusa era chiaramente il traffico di sostanze stupefacenti e tutto ciò che orbitava intorno. Ancora una volta la vita mi mise davanti una scelta io o i miei amici.

Bastava dicessi ciò che stava accadendo per scaricare le accuse.  Ma ancora una volta scelsi l’amore se pur sbagliato perché dovevo pensare a chi mia madre o la mia donna.

Ma avevo pochi minuti e poca lucidità avrei peggiorato la situazione se avessi scelto me? Potevano ritorcersi proprio contro loro le mie scelte?

E così la mia vita andò in frantumi in pochi istanti realizzai che avrei perso la mia donna e che avrei fatto soffrire mia madre.

Ma dovevo proteggerle e dovevo proteggere in quel mio modo di vedere l’onore. Mi dichiarai colpevole dei reati e scagionai altri amici coinvolti tanto io non avevo più nulla. Per me era giusto così. Durante la detenzione però come oggi ancora questo pensiero mi tormenta (proprio come dico quasi i tutti i miei testi).

E li dentro pensai che forse l’unica cosa che poteva tenermi in vita fosse la mia passione per la musica e per la scrittura... Decisi però che doveva salvarmi per sempre ed eccomi qua.

Molti dei miei testi li ho scritti mentre ero detenuto. Quasi tutti parlano di me del contesto e della donna che ho amato..

Insomma veri. Spero che la mia storia faccia riflettere i ragazzi quei ragazzi che ora mi chiedono la foto se faccio un live o mi vedono per strada.

Sono io ad emozionarmi quando mi avvicinano. Oggi so chi sono da dove vengo. Ma soprattutto so dove voglio andare. Perché ho deciso che il mio tempo recluso non doveva essere solo passato ma che doveva farmi da trampolino per migliorare. E vero ho pagato ho pagato a caro prezzo ma se penso che oggi non solo sino libero fisicamente ma libero di essere me stesso libero da tutto tiro un sospiro di sollievo anche se molte cose bruciano dentro di me... Le canto nelle mie canzoni.

Il mio obbiettivo è quello di coinvolgere più giovani possibili attraverso la musica e le parole. E quando parlo con i ragazzi che mi seguono io mi sento ancora vivo. Questo è il mio senso oggi. Per passione il mio genere e rap evoluta ad oggi nella Trap anche se io mi definisco un artista e camaleontico mi adatto e sopratutto seguo gli stati d animo e come ti ho detto essendo vero cambio spesso umore e quindi musicalità.

Perché vita mia?

Vita mia perché lei è la vita che avrei voluto realmente. E poi vita mia per dire questa è la mia vita vera. E’ storia vera.

La tua più grande sofferenza o rimpianto quando eri in detenzione?

Non poter spiegare perché mi trovavo lì, e prendere coscienza del fatto che mi sarei dovuto rialzare da solo un 50 e 50 tra la luce e il buio.

I tuoi progetti futuri?

Sono in arrivo 3 singoli e diverse collaborazioni con altri artisti. Ho scritto un libro. Che uscirà in primavera prossima, ''Tutte le verità di un detenuto'' Spero con Shada San di riuscire però nel progetto più importante fare un laboratorio musicale gratuito dove far crescere i ragazzi difficili lontani dalla strada.

Una lettera intervista di grande impatto. L’analisi di Mercedes Russo specializzata in devianza sociale e personale

Da questa storia si evince una grande forza d’animo e di rivincita nei confronti della società e della vita. Baloo usa la musica trap come valvola di sfogo del suo ego ferito. Si evidenzia una luce interna intensa e forte, carica di energia e genialità. Un uomo che ha capito dove ha sbagliato e cerca di trasmettere la sua consapevolezza di uomo ormai rinsavito e ferito dalla vita.

La sua traccia vita mia, Baloo per Shada San, parla della libertà venuta meno, dell’amore perso e di tutto quello che la vita gli ha insegnato. Il percorso carcerario gli ha dato tempo per riflettere e per analizzarsi interiormente!

La mia scelta di intervistarlo è stata molto di getto, sentita e voluta perché rappresenta la reintegrazione post carceraria, il voler cambiare e la forza di volontà per uscire dai soldi facili. Un esempio per tutti coloro che scelgono le strade più corte, più facili da raggiungere invece che la strada non deviante. Un esempio di riscatto sociologico in una società tendente alla devianza e al facile potere.