Gli operai della Whirlpool in corteo al consolato USA

Una vertenza simbolo, lo scontro tra i valori democratici e profitti economici

gli operai della whirlpool in corteo al consolato usa
Napoli.  

Non si ferma la lotta degli operai dello stabilimento Whirlpool di via Argine. La loro vertenza va avanti da più di un anno ed è diventata, per sua stessa natura, una questione nazionale, un passaggio e una battaglia che segna, nel bene o nel male, in maniera profonda i rapporti di forza nel mondo del lavoro. 

Le parole d’ordine sono sempre le stesse dall’inizio di questa battaglia, e hanno alla base una questione fondamentale, quella che gli operai esprimono in maniera chiara: “la Whirlpool deve rispettare i patti e restare in Italia, perché non è questione di produttività ma solo di profitti”. 

Il corteo è partito dalla stazione della metropolitana di Mergellina, per giungere fino al consolato americano di Napoli. Come al solito i colori, i cori e l’ironia di questi operai in lotta ha colorato le strade della città. Le bandire che sventolano dono quelle di Fiom, Fim e Uilm, che come sindacati su questa vertenza si stanno muovendo in piena sinergia. 

Orami la s

In piazza, insieme con i lavoratori del sito produttivo di Napoli est, ci sono gli operai degli altri stabilimenti Whirlpool in Italia. Sono arrivati in città, già da ieri, per mostrare vicinanza e solidarietà ai colleghi partenopeo e contro il rischio che la multinazionale americana, un po' alla volta, decida di chiudere anche altre sedi. Vengono da Varese, Melano, Siena, Comunanza, Pero e Cassinetta. Ci sono anche delegazioni di lavoratori di altre aziende e dell'Embraco di Torino.

“Torniamo in piazza dopo essere stati dal Prefetto - ci tiene a precisare Vincenzo Accurso RSU della Uil - Avevamo chiesto al governo di far rispettare i patti e ora andiamo al Consolato USA per dire che in Italia c’è una democrazia e questo va rispettato. Gli impegni vanno mantenuti prima con il Paese. Quell’accordo non può essere stracciato”. 

“Stiamo aspettando ancora delle risposte dal governo e non abbiamo visto alcun cambiamento da parte della Whirlpool - ci ha detto Salvatore di Carluccio della Uil  mentre in piazza distribuisce bandiere e cappellini ai colleghi - Continuano a dire che c’è una riconversione ma a noi non interessa, noi vogliamo che si rispetti l’accordo del 2019. Noi vogliamo fare le lavatrici perché le sappiamo fare. A noi non interessa nessun piano A, B o C. Adesso il governo deve cacciare gli attributi per iniziare a parlare seriamente con 350 persone che aspettano risposte e non giri di parole”.

Vittorio Del Piano, della uilm lo dice con chiarezza anche lui che “Patuanelli deve cacciare gli attributi e faccia rispettare questo piano. Oggi voglio ringraziare i colleghi delle altre fabbriche perché abbiamo dimostrato di essere uniti. Qui dovevano arrivare produzione e investimenti non è arrivato nulla. Fino all’ultimo non molliamo. 

In piazza, a dimostrare che questa è una vertenza nazionale, c’è anche Barbara Tibaldi della segreteria nazionale della Fiom che sottolinea “questa unione tra lavoratori esiste perché ciò che ci interessa è il tessuto industriale italiano. Le multinazionali si stanno organizzando per spostare le produzioni altrove. O troviamo il modo di farle restare, con leggi e norme oppure l’Italia intera diventerà un deserto industriale”.

Anche Gianluca Ficco segretario generale della UILM ha detto ancora una volta che “gli incentivi devono andare alle aziende che continuano a investire nel nostro Paese e penalizzate quelle che demoralizzano”.

Sarà un’estate caldissima per il mondo del lavoro in Italia e in particolare al sud. Quella della Whirlpool è una storia che farà storia e che deciderà, in base ai risultati, se a vincere sono i diritti e lo stato oppure il profitto.