40 tablet per i piccoli pazienti del Pausillipon

Il Progetto “Bambini” promosso da Francesco Ferraro e Sergio Mannato, è il civismo che serve.

40 tablet per i piccoli pazienti del pausillipon
Napoli.  

In un tempo così difficile nel quale il Paese, anche nelle sue istituzioni, si divide invece di unirsi, ci sono gesti e iniziative che ci fanno riscoprire il lato migliore della nostra umanità.

Un esempio è il Progetto “Bambini”, nato su impulso dell’avvocato Francesco Ferraro, Coordinatore della Commissione di Studio del Diritto d’Impresa” del C.O.A. di Napoli e di Sergio Mannato, Presidente dell’Associazione Borgo Marechiaro.

L’iniziativa prevede la donazione di 40 tablet di ultima generazione, in favore dell’Associazione OPEN Oncologia Pediatrica e Neuroblastoma attiva presso il Dipartimento di Oncologia Pediatrica del P.O. Pausilipon di Napoli, diretto dal Dott. Nicola Silvestri.

La donazione dei dispositivi - fanno sapere i promotori - è stata effettuata da una azienda napoletana che ha tuttavia, chiesto di rimanere nel più totale anonimato avendo a cuore esclusivamente l’interesse dei bambini in difficoltà”.

La consegna dei tablet è avvenuta oggi nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, alla presenza del Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, degli assessori Alessandra Clemente ed Annamaria Palmieri, di Francesco Ferraro e Sergio Mannato in rappresentanza dei promotori del progetto, di Lucio Iadarola per l'Associazione Open (Oncologia Pediatrica e Neuroblastoma) e di Nicola Silvestri, Direttore medico dell'Ospedale Pausilipon-Santobono.

“La Scuola in Ospedale - si legge nel comunicato delle associazioni promotrici - è una grande opportunità per tenere viva ed attiva l’identità del bambini che, malati di cancro, vivono in un ambiente molto spesso carico di angosce e paure. Tuttavia, tale forma di assistenza non è sufficiente a mantenere in pari i curricula scolastici degli alunni in degenza rispetto al resto della classe che, molto spesso, sono costretti ad abbandonare bruscamente per lungo tempo. Un paziente oncologico vive, per tutto il periodo delle terapie, una lunga fase di isolamento, che può durare anche un anno o più, poiché il sistema immunitario, a causa delle terapie antiblastiche, non riesce a funzionare pienamente costringendo, sovente, il minore ad assentarsi per molto tempo dalla scuola e vivere lontano dagli amici e dagli affetti. Per tali ragioni, la recente quarantena imposta dal Covid-19, pur non avendo sconvolto particolarmente la vita dei giovani e piccoli pazienti già abituati al distanziamento sociale ed all’isolamento, ha tuttavia limitato ancor di più la loro possibilità di relazionarsi con importanti figure di riferimento, essendo state sospese le attività ludico-ricreative dei volontari, le visite di amici e congiunti, e molto spesso, nell’ovvio interesse del paziente, impedito l’accesso in reparto finanche dei Papà. I minori malati di cancro, non dissimili dai loro coetanei, sono abituati ad utilizzare strumenti informatici, per lo più smartphone e tablet, per mantenersi in contatto con gli amici, con i parenti e con i social. Tuttavia, in assenza dei dispositivi necessari, i giovani pazienti non saranno in grado di garantirsi una vita sociale accettabile. All’interno del Dipartimento di Oncologia Pediatrica sono ospitati a pieno regime trentotto (38) tra bambini ed adolescenti, le cui Famiglie di appartenenza, nell’80% dei casi, vive al di sotto della soglia di povertà. La condizione di malattia cronica troppo spesso causa od aggrava le condizioni economiche familiari, pregiudicando, di riflesso, la vita lavorativa o professionale dei genitori con relativa perdita del posto di lavoro. Purtroppo, anche in queste estreme situazioni, a fare la differenza sono quasi sempre le disponibilità economiche delle singole famiglie che influiscono macroscopicamente sull’iter scolastico del bambino e, dunque, sulle sue reali opportunità di reinserimento socio-educativo. Il progetto offrirà a tutti i minori ospedalizzati presso la struttura ospedaliera, l’opportunità di continuare a seguire regolarmente i programmi scolastici attraverso la didattica a distanza, restando “connessi” ed in contatto con i propri compagni di classe e gli insegnanti, i quali forniranno l’aiuto necessario durante il ricovero in ospedale, unitamente ai volontari formati ed agli operatori psicologici. I tablet saranno, altresì, impiegati al di fuori delle ore di lezione ed allo scopo precipuo di favorire momenti di svago e di gioco ai bambini quale parte integrante della cura, nonché fattore determinante nella riduzione dello stress, nell’alleviamento del dolore e della la paura. In tal modo, si garantirà ai piccoli pazienti il diritto di non perdere la propria identità durante il periodo di ricovero, consentendo loro di collegarsi con fratelli e sorelle, parenti od amici, salvaguardando il contatto con l’ambiente esterno e con gli affetti più cari”.

Un’iniziativa, quella messa in piedi dall’avvocato Francesco Ferraro e da Sergio Mannato, che non è saltato un gesto di solidarietà ma mostra il valore del civismo vero, quello capace di incidere sulla vita quotidiana della comunità partenopea, quello capace di evitare i clamori propagandistici e gli equilibri politici per agire davvero sulla realtà.