Sanità in Campania, a Napoli le nuove frontiere dell'healthcare

380 mln di euro per realizzare 169 case di comunit, 45 ospedali e 58 centrali operative in Campania

sanita in campania a napoli le nuove frontiere dell healthcare

Enrico Coscioni per la Regione e Roberta Busticchi per Siemens Healthineers hanno presentato i nuovi obiettivi per risolvere le criticità dei sistemi ospedalieri. I servizi di telemedicina e di digitalizzazione delle Asl campane

Napoli.  

Affrontare le criticità dei sistemi ospedalieri è il nuovo obiettivo dell'healthcare che arriva a Napoli con Healthineers Future Summit per fare il punto della situazione sugli investimenti in ricerca e innovazione che, come sistema Paese, ci apprestiamo ad affrontare per risolvere problemi come la mancanza di personale, il progressivo invecchiamento del capitale tecnologico, la difficoltà di reperimento dei materiali entro le scadenze, la necessità di rispondere a sempre più stringenti standard qualitativi. Per ridisegnare la sanità territoriale si farà ricorso alla telemedicina.

La Campania ha già stanziato 380mln di euro per realizzare 169 case della comunità, 45 ospedali di comunità e 58 centrali operative, oltre all’acquisto di 7 risonanze magnetiche e 47 tac, ma saranno cruciali gli investimenti (160mln di euro) per la digitalizzazione delle Asl per favorire l’integrazione tra i diversi attori del sistema e la comunicazione verso i pazienti. Con gli esperti di Spiemens Healthineers troviamo Enrico Coscioni, Presidente AGENAS e Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per la Sanità e Chiara Maiorino, EIT Health Ecosystem Lead per l’Italia (una delle più importanti partnership pubblico-private europee nel campo dell'innovazione sanitaria).

Come previsto dalla Missione 6 del PNRR, le priorità di intervento per i prossimi anni si concentreranno sul potenziamento delle reti e presidi territoriali, lo sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico, l’ammodernamento delle infrastrutture e telemedicina. La direzione intrapresa a livello governativo mostra come un sistema sanitario sostenibile e resiliente non possa prescindere dalla necessità di ripensare i servizi e i processi integrandoli con il digitale, rendendoli efficaci ed efficienti. In particolare, la Missione 6 prevede per la Componente 2 un investimento di oltre 4 miliardi destinati all’ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero  che conta ben3.133 apparecchiature da sostituire perché basate su tecnologie obsolete o perché fuori uso, il potenziamento del livello di digitalizzazione di 280 strutture sanitarie sede di Dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA) di I e II livello, il rafforzamento strutturale degli ospedali del SSN.

Per Siemens Healthineers, la rivoluzione digitale in sanità va sostenuta sin d’ora con investimenti adeguatinella direzione della creazione di piattaforme tecnologiche e competenze che rendano l’accesso alle terapie più veloce ed equo e consentano di estendere la cura e il monitoraggio al di fuori delle strutture sanitarie. Un percorso che va attivato con urgenza, attraverso un utilizzo oculato delle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ormai abbiamo compreso che per costruire una sanità sostenibile è necessario definire nuovi modelli di assistenza e di erogazione dei servizi che pongano il paziente al centro e con un ruolo attivo nella gestione della propria salute - afferma Roberta Busticchi Presidente e CEO Siemens Healthineers - L’altra variabile dell’equazione sono gli investimenti nelle tecnologie del futuro e nella digitalizzazione che possano permettere una gestione olistica, efficiente e sostenibile del paziente. Siemens Healthineers, che ha nel suo dna l’approccio pionieristico all’innovazione nella sanità, si propone di supportare la trasformazione in atto nel settore con un portfolio vastissimo di tecnologie di ultima generazione per migliorare la qualità delle prestazioni e rispondere in modo ottimale alla costante crescita di domanda di salute”.

Per anni, il nostro sistema sanitario ha sofferto tagli e disinvestimenti nelle dotazioni tecniche ma soprattutto per il personale, carenze che sono esplose con la pandemia e che, se non opportunamente colmate, acuiranno il divario tra Nord e Sud  - sottolinea Enrico Coscioni - Il Recovery Plan è un’importante opportunità di potenziamento dei servizi al cittadino, poichè consentirà di arrivare nelle aree interne del Paese attraverso un’integrazione intelligente tra servizi ospedalieri, territoriali e sociali: in questo quadro l’utilizzo delle nuove tecnologie è essenziale per favorire la cooperazione tra gli attori del sistema, non solo per far evolvere l’offerta di terapie e assistenza: per questo, oltre all’acquisto di nuove apparecchiature (7 risonanze magnetiche e 47 tac), 160 milioni di euro sono stati destinati al completamento del programma di digitalizzazione delle Asl“.