WWF Terre del Tirreno: noi salviamo gli uccellini mentre si imbracciano i fucili

Mentre si inaugura la nuova stagione venatoria la storia di due "salvataggi" in costiera

wwf terre del tirreno noi salviamo gli uccellini mentre si imbracciano i fucili

Il presidente del WWF Terre dl Tirreno racconta come con i suoi volontari sono stati curati e rimessi in libertà due passerotti raccolti per strada. D'Esposito: la caccia è sempre più anacronistica perché provoca la morte.

Meta.  

Mentre l'esercito dei cacciatori imbraccia le doppiette per la nuova stagione venatoria e addita come nemici della caccia quelle forze politiche che propongono una rivisitazione della legislazione in materia, ci sono storie che raccontano di una diversa sensibilità grazie alla quale un piccolo passerotto si salva, cresce e riacquista la libertà.

L'uccellino era stato rinvenuto in strada e consegnato al WWF Terre del Tirreno che, dopo qualche giorno, ne riceveva un altro un po' malconcio per essere sfuggito agli artigli di un gatto. I due passerotti, affidati alle cure dei volontari WWF, sono cresciuti insieme, prima in una scatola di cartone e dopo in una gabbietta.

Non è stato facile rimetterli in sesto - racconta Claudio D’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno - e solo grazie alla pazienza dei volontari e degli esperti si è riusciti a salvarli. Il passerotto azzannato dal gatto con una ferita al polmone si gonfiava letteralmente ogni giorno, c’è voluto l’intervento costante del veterinario e una cura di antibiotici per vederlo miracolosamente riprendersi. La zampetta lussata si è saldata riacquistando la capacità di reggersi e l’ala ha recuperato le sue funzioni. E’da un po’ di anni che il trasporto di animali selvatici feriti al CRAS Frullone di Napoli - aggiunge d’Esposito - in Penisola Sorrentina è divenuto complesso se non impossibile! La legge attribuisce le competenze del recupero ai veterinari dell’ASL e per il trasporto alla Polizia Metropolitana.

Ma il personale e i mezzi non sono sempre sufficienti o disponibili nell’immediato e gli animali feriti rischiano di attendere lunghi giorni prima di ricevere un soccorso. Se poi si tratta di specie “meno importanti” sebbene “protette” dalla legge, come ad esempio i gabbiani, o i pullus di passeriformi… beh… il soccorso in questi casi non è assolutamente più garantito. Ed ecco che tocca ai volontari del WWF farsi in quattro per salvare il salvabile. I recuperi di queste ultime categorie (gabbiani feriti e pullus caduti dal nido) sono decine e decine dalla primavera alla fine dell’estate ed è davvero difficile riuscire a risolvere tutti i casi. I volontari del panda oltre ad essere diffidati dal trasportare, detenere e maneggiare tali animali non ricevono un solo euro da nessuno per l’enorme lavoro che svolgono ormai da anni!

Raccogliere un piccolo di uccello può non essere sempre utile per la sua salute. Ce lo spiega D'Esposito: "Spesso si ignora che sottrarre un giovane animale, talvolta solo apparentemente in pericolo o abbandonato, alle cure dei genitori nella delicata fase dell’apprendimento è la cosa peggiore che si possa fare in natura, anche se il nostro istinto, in buona fede, ci porta quasi sempre a farlo. E’ facile, nel periodo di primavera avanzata e in estate, imbattersi in cuccioli di animali, soprattutto nidiacei in primavera o sub-adulti in estate. Il fatto che il più delle volte essi rimangano immobili mentre li osserviamo o si facciano prendere con facilità, non vuol dire assolutamente che hanno bisogno del nostro aiuto. Se stanno immobili è perchè l’unica arma di difesa efficace che hanno è quella di non farsi notare e mimetizzarsi in natura. Accade infatti che i piccoli, appena cominciano a sviluppare le prime penne sulle ali, abbandonino il nido senza essere ancora provetti volatori. Fuori il mondo è pieno di insidie ed avversità.
 

E' proprio questa la fase più delicata per la loro sopravvivenza futura! Raccogliere un giovane nidiaceo in questa fase potrebbe significare strapparlo alle cure dei genitori che invece li accompagneranno, volata dopo volata, verso l’autonomia. I nidiacei portati via e cresciuti in cattività avranno poi difficoltà a sopravvivere in natura se liberati. Inoltre potrebbero sviluppare il fenomeno dell’imprinting nei confronti dell’umano, pregiudicandone così il futuro. Quindi il suggerimento che diamo, se ci si imbatte in un giovane animale è di osservarlo attentamente e, se non presenta ferite, fratture o comportamenti anomali, di lasciarlo dov’è (ad eccezione dei giovani rondoni che una volta caduti non riescono a riprendere il volo, ai piccoli di pipistrello e ad altri casi) limitandoci a spostarlo dalla strada, adagiandolo in un luogo più tranquillo nei paraggi e contattando il WWF per ulteriori consigli. Ricordiamo che la fauna selvatica è protetta e che ne è vietata la detenzione. Il recupero deve essere finalizzato esclusivamente al ritorno alla vita in natura".  

Com'è andata con i due passerotti affidati alle cure del WWF?
"Hanno seguito un percorso di riadattamento al sito dove sarebbero stati liberati. Dei due il primo, quello scampato alle fauci di un gatto, è volato via diversi giorni fa dopo un temporale. Per giorni e giorni appendevamo la gabbietta ad un pergolato dell’Oasi in città a Sant’Agnello - raccontano i volontari del WWF - per poi portarla via al tramonto. Così facendo, il passero si è abituato al luogo dove sarebbe stato liberato osservandone il paesaggio, ascoltando i rumori e i richiami dei suoi conspecifici. Nei pressi sono state allocate delle mangiatoie con cibo per attirare altri uccelli. Dopo diverse settimane è giunto il momento di aprire la gabbietta e lasciare volare via il “prigioniero”. C’è voluto davvero tanto prima che si decidesse a prendere il volo e superasse il timore di abbandonare la sua casa artificiale, ma sicura! Alla fine l’istinto ha prevalso e in un attimo è volato via gioioso, raggiungendo la cima di un tiglio dove è rimasto ad osservarci. E’ stata una piccola grande emozione. Gli uccellini sono l'anello di congiunzione tra i fiori e gli animali e sono veramente un balsamo per il cuore!

Veniamo alle note dolenti dell'arte venatoria e il presidente del WWF non usa mezze parole: "Restituire la libertà ad un essere alato è qualcosa di impagabile e commovente, eppure con la riapertura della stagione venatoria ci sarà un esercito di prodi uomini armati che del vigliacco tiro al bersaglio alle delicate e meravigliose creature alate ha fatto il suo “sport” e la sua passione: una passione vitale nel provocare la morte … una pratica, quella della caccia, sempre più anacronistica e in netto contrasto con una nuova e accresciuta sensibilità nei confronti della Natura e di tutte le sue creature".

(Foto di Riccardo Di Martino)