La protezione civile flumerese a Casamicciola: non potevamo restare in silenzio

Cinque volontari irpini si sono uniti alla grande macchina della solidarietà in terra ischitana

la protezione civile flumerese a casamicciola non potevamo restare in silenzio

La grande forza del volontariato nelle aree interne

Ischia.  

Hanno messo da parte tutto e tutti, lavoro, affetti, impegni personali pur di manifestare concretamente la propria solidarietà al fianco della popolazione di Casamicciola colpita dalla frana disastrosa dello scorso 26 novembre.

"Solidarietà attraverso il volontariato". Proprio come il tema scelto dalle Nazioni Unite per la giornata internazionale del terzo settore celebrata ieri.

Una data scelta non a caso, da Matteo Cardinale, Roberto Mellino, Nicola Oppito, Alessandro Baviello e Rocco Rauseo appartenenti alla protezione civile flumerese guidata dal presidente Francesco Giacobbe, per mettersi in viaggio con attrezzi, entusiasmo e soprattutto determinazione alla volta di Ischia.

E' la grande forza del volontariato

che come ha affermato il presidente della repubblica Sergio Mattarella rappresenta un valore inestimabile, espressione della solidarietà basata sulla consapevolezza di un destino comune a tutta l'umanità.

"Nelle sue diverse esperienze contribuisce alla coesione di ogni società e rappresenta un veicolo prezioso per la comprensione e la cooperazione internazionale.

Offrire soccorso a chi è in difficoltà con altruismo e abnegazione genera comunità inclusive, robuste, fondate sulla tutela dei diritti fondamentali. L'ampia e spontanea mobilitazione in aiuto delle comunità colpite da eventi calamitosi ne è testimonianza."

Il team della Valle Ufita è partito dal centro fieristico di località Casone ad Ariano Irpino, dove ha sede la protezione civile flumerese a bordo di un fuoristrada Defender.

"Attraverso la nostra opera, vogliamo sentirci vicini concretamente alla gente di Casamicciola, al loro dolore e ai tanti volontari, che sin da subito sono intervenuti nelle operazioni di soccorso. Non potevamo restare in silenzio."