Sgombero Leoncavallo, Persico (99 Posse): "Viviamo tempi bui"

Il cantante dei 99 Posse Luca Persico : difenderemo i centri sociali finché avremo fiato per cantare

sgombero leoncavallo persico 99 posse viviamo tempi bui
Napoli.  

"Viviamo tempi bui in cui ogni giorno provano a toglierci cose che abbiamo conquistato con anni e anni di lotte e di battaglie. Oggi chiudono il centro sociale Leoncavallo, in nome di presunte battaglie contro il degrado, l'illegalità e dimenticano che posti come il Leoncavallo sono stati l'unico argine contro il degrado e l'illegalità in molti quartieri". Così Luca Persico frontman dei 99 Posse commenta quanto avvenuto a Milano. L'ufficiale giudiziario era previsto per il 9 settembre, dopo numerosi rinvii. Lo stabile era occupato dal 1994 e stamane c'è stato il blitz. 

Persico O Zulù: strutture che hanno dato occasioni per divulgare cultura

Intanto il cantante dei 99 Posse racconta: "Nella maggior parte dei quartieri dove esperienze come queste sono nate, anzi, direi che nella totalità dei quartieri in cui sono nate delle esperienze di occupazioni c'era proprio questo.- precisa Persico -. Il problema principale era quello del degrado, dell'abbandono, delle strutture e dei quartieri in cui queste strutture erano state abbandonate. Queste sono strutture che sono state riprese e rimesse in vita, restituite ai quartieri e da allora, negli anni hanno dato offerto ai giovani sia di quei quartieri che di tutti gli altri quartieri della città e delle città limitrofe, un'opportunità, un'opportunità per incontrarsi, per organizzarsi, per produrre e divulgare cultura, musica, letteratura, cinema, teatro - conclude Persico-. Questi sono i centri sociali e noi continueremo a difenderli fino a che avremo fiato per cantare".

Il centro sociale

Lo storico centro sociale Leoncavallo fu fondato a Milano nel 1975 in via Leoncavallo. Da lì venne sgomberato nel 1994, anche in quel caso nel mese di agosto. Poco dopo si trasferì nell'attuale sede di via Watteau.

Piantedosi: “È stata ristabilita la legalità”

"Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent'anni quell'immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell'occupazione. Oggi finalmente viene ristabilita la legalità. Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive. Dall'inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4mila immobili. Lo sgombero del Leoncavallo è solo un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.

"Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!". Lo scrive sui suoi social il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

Lo sfratto, i rinvii

Lo sfratto del centro sociale di via Watteau era stato rinviato un centinaio di volte e lo scorso novembre il ministero dell'Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni di euro ai Cabassi, proprietari dell'area, proprio per il mancato sgombero. Chiedendo a sua volta un risarcimento dei tre milioni a Marina Boer, la presidente dell'associazione Mamme del Leoncavallo.  Nei mesi scorsi proprio questa associazione ha presentato una manifestazione d'interesse al Comune per un immobile in via San Dionigi che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale.