Pozzuoli, allarme trivelle: Prysmian chiede 2 pozzi geotermici nei Campi Flegrei

Cittadini e istituzioni temono ripercussioni sul bradisismo

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La multinazionale ha chiesto l’autorizzazione per scavare due pozzi ad Arco Felice

Pozzuoli.  

 

Torna l’incubo trivellazioni nei Campi Flegrei. La multinazionale Prysmian ha presentato ufficialmente alla Regione Campania, lo scorso 7 luglio, una richiesta di permesso per realizzare due nuovi pozzi ad Arco Felice, nel comune di Pozzuoli. L’obiettivo è cercare acqua da destinare a uso geotermico per il proprio stabilimento locale, prelevando fino a 64.800 metri cubi d’acqua all’anno.

La paura: terra fragile già soggetta a bradisismo 

La notizia, che attende ora il via libera dell’assessorato regionale alle Attività Produttive entro tre mesi, ha già scatenato proteste e timori in un’area storicamente fragile e reduce dagli ultimi movimenti del bradisismo. La paura principale dei residenti, condivisa da diverse forze politiche e istituzionali, è che operazioni di scavo e prelievo di fluidi dal sottosuolo possano innescare terremoti o alterare ulteriormente l’equilibrio vulcanico della caldera.

Il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, ha subito preso posizione: «La preoccupazione dei cittadini viene prima di tutto – ha commentato –. Nel 2015 il Consiglio comunale si espresse contro qualsiasi trivellazione. Nessuna decisione sarà presa senza chiarezza e senza mettere al centro la comunità».

Preoccupazioni condivise dal consigliere regionale Maria Muscarà, che ricorda la battaglia vinta contro un progetto simile solo quattro anni fa, e dal deputato Francesco Borrelli, arrivato ieri in zona per denunciare i rischi: «In passato – ha raccontato – durante una trivellazione si originò un geyser che fu contenuto a fatica. In un’area così critica, i rischi sono inaccettabili».

Tuttavia, un punto di vista più tecnico il vulcanologo Claudio Scarpati dell’Università Federico II intervistato dal Corriere del Mezzogiorno spiega. «È difficile che un sistema vasto e complesso come quello flegreo risenta dell’interferenza di due pozzi. La larghezza di simili perforazioni è standard, circa 30 centimetri. Servirebbe sapere a quale profondità opereranno». Il professore cita l’esempio dell’Islanda, dove il geotermico viene sfruttato con successo in un contesto vulcanico attivo, sottolineando però l’importanza di «spiegare bene il progetto ai cittadini e operare sotto stretto monitoraggio pubblico».

A fare da contraltare alle rassicurazioni scientifiche è la memoria di quanto accaduto in passato. L’assessore regionale alle Attività Produttive, Antonio Marchiello, ha garantito massima prudenza, ricordando come un progetto di trivellazione a Via Pisciarelli fu bloccato anni fa dopo approfondite valutazioni: «Ci muoveremo anche questa volta in un’ottica di cautela».

La partita è ora nelle mani della Regione, chiamata a decidere tra le esigenze industriali e la tutela di un territorio unico e sensibile. Mentre le associazioni annunciano esposti in Procura, la richiesta della Prysmian rischia di riaprire un confronto tanto tecnico quanto emotivo sul futuro dei Campi Flegrei.