Applausi nell'aula magna della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, quando ha fatto ingresso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Mai come nella delicata fase storica che stiamo vivendo, vi è la necessità di accorciare le distanze tra i popoli, tra le persone, le religioni. Napoli è sempre stata, e lo sarà ancora di più, città ponte anche perché favorita dalla collocazione geopolitica nel Mediterraneo e dalla sua storia". Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nel suo discorso di benvenuto.
"Se è la pace, come tutti riteniamo, il nostro obiettivo comune, il faro verso cui tendere l'azione quotidiana - ha aggiunto - siamo consapevoli che la strada verso la luce è faticosa e piena di ostacoli spesso posti dall'uomo. Il compito di chi forma gli studenti e di chi governa è costruire condizioni affinchè la società sia ispirata al dialogo, al confronto costruttivo al sostegno dell'altro, è operare per rendere più possibile concreti alcuni principi troppo spesso dimenticati quali giustizia sociale e solidarietà".
"Una Chiesa neutrale è una Chiesa infedele al proprio Dio. Una Chiesa che tace di fronte alla corruzione, alla violenza, alla discriminazione, alla tortura, alle guerre spacciate per 'operazioni speciali', alle frontiere che diventano trappole mortali, non è prudente: è complice". A dirlo l'arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia.
"Una teologia che osserva tutto questo con il distacco dello studioso - ha aggiunto - non è neutra: è schierata dalla parte dello status quo. Giustizia oggi vuol dire avere il coraggio di nominarlo: ci sono sistemi economici che uccidono, politiche migratorie che uccidono, comportamenti individuali che uccidono non solo il corpo, ma uccidono speranze, parole, possibilità, fiducia che è linfa di ogni democrazia. La neutralità oggi non è più innocente. Davanti alle guerre, alle migrazioni, alle povertà strutturali, alle disuguaglianze crescenti, alle violenze di genere, alle democrazie svuotate, una teologia neutrale non è super partes: è dalla parte di chi vince sempre. Abbiamo il dovere di essere un po' meno prudenti, più liberi, più veri, più esposti", le parole della guida della chiesa partenopea.
