Truffe e rapine agli anziani per mezzo milione: presa la banda

Scoperta l'organizzazione criminale: messi a segno cento colpi

Gli indagati sono per la maggior parte originari di Napoli o dell'hinterland.

 

di Siep

La loro “Bibbia” era le pagine bianche dove avevano cura di trovare nomi “propri” di persona che si usavano generalmente nel primo 900 per avere la certezza di contattare persone anziane. Spacciandosi per carabinieri, agenti assicurativi, piuttosto che avvocati contattavano telefonicamente gli sfortunati prescelti comunicando che un loro caro era rimasto coinvolto in un sinistro stradale. Poi la richiesta di denaro per un figlio o nipote finito nei guai. Un'organizzazione criminale, quella scoperta e sgominata dai carabinieri di Reggio Emilia che, insieme ai colleghi sul territorio, hanno dato corso in Puglia, Calabria, Lazio, Lombardia e Campania, all'operazione «Porta a Porta» nei confronti di 31 indagati a vario titolo per i reati di estorsione, rapina, aggravata in danno di persone anziane o comunque in condizioni di minorata difesa, violenza privata e circonvenzioni di incapaci.  Sono state effettuate perquisizioni ed arresti in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Reggio Emilia - su richiesta del pubblico Ministero Maria Rita Pantani.

L’elenco è di 100 i colpi commessi in tutta Italia dai truffatori per un fatturato stimato da capogiro: i malviventi avrebbero ottenuto circa mezzo milione di euro. La media di ogni colpo sarebbe stata di circa 4mila euro. Ma c’è anche il caso in Liguria, dove una anziana è stata derubata di preziosi e gioielli per 100.000 euro. Sul fatto sono stati colti, in flagranza di reato. 12 truffatori - 4 arrestati e 8 denunciati - e recuperate somme e preziosi provento dei reati. 

Tutti i particolari dell’operazione sono stati illustrati nel dettaglio nel corso di una conferenza stampa, che si è tenuta ieri mattina, al comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia. Gli indagati sono per la maggior parte originari di Napoli o dell'hinterland. Nelle intercettazioni telefoniche ricostruiti i raggiri e richieste con le vittime in lacrime preoccupate per la fine dei loro congiunti a loro prospettata dai truffatori. In un caso l’anziana accortasi del raggiro in lacrime urlava dal balcone ai malviventi in fuga di restituirle almeno la fede rubata del defunto marito. L'inchiesta dei carabinieri ha portato a documentare 88 truffe perpetrate ai danni degli anziani in diverse regioni italiane dall'inizio del 2016 a oggi; sono 33 quelle architettate in provincia di Reggio Emilia. L'ordinanza emessa dal Gip del tribunale reggiano ha disposto la misura cautelare dei domiciliari per un indagato e l'obbligo di firma per altri due. Quattro arresti e otto denunce erano scattati nel corso dell'inchiesta. Il sistema vedeva ruoli e competenze distribuite tra chi forniva auto, alloggi, telefoni e sim card, poi chi faceva le chiamate e c'erano poi gli esattori, le persone che si presentavano alle abitazioni degli anziani per riscuotere il denaro. Come ha specificato il colonnello Antonino Buda, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, in alcuni casi la truffa è diventata a tutti gli effetti una rapina, quando le vittime si accorgevano del raggiro in atto e si rifiutavano di fornire denaro.

«È stata un'indagine molto complessa data anche l'attitudine degli indagati di cambiare telefoni e schede con grande rapidità, proprio per non consentire di individuarli - ha detto Buda - È stata grande la determinazione nel contrastare un genere di reato ignobile, per le conseguenze anche psicologiche che può provocare nelle vittime, persone cui in certi casi è stato sottratto quanto faticosamente risparmiato anche nel corso di una vita».

 Sono le parole con cui il colonnello Antonino Buda, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, commenta i risultati dell'operazione