Sorbillo ha riaperto, questa volta clan battuti

A pochi giorni dall'esplosione della bomba che voleva mettere in ginocchio un simbolo

Napoli.  

 

di Claudio Mazzone

Ha riaperto la pizzeria Sorbillo dopo la bomba fatta esplodere il 16 gennaio. 
Ripete con una festa di apertura Gino Sorbillo che dice con forza mentre offre fette di marinara ai passanti: “Abbiamo deciso di non mollare e di non scoraggiarci mai e oggi festeggiamo con una semplice marinara per i napoletani che tanto amo e che amano fare rete. I napoletani amano la normalità e la legalità e il centro storico a cui sono legati visceralmente”

Davanti alla storica pizzeria di Gino Sorbillo, nonostante la pioggia, la folla è quella di sempre. Turisti, studenti e passanti che si accalcano per dare il nome e il numero. Dalle casse arriva la chiamata per accomodarsi. Dentro il circo politico/mediatico che segue Gino Sorbillo tra interviste e appelli aumenta la confusione e la calca.

Un lunedì normale eppure la bomba fatta esplodere la settimana scorsa rappresenta un segno indelebile per Napoli. 
Nel pieno del centro storico invaso dai turisti, la pizza diventa un simbolo di una città che sempre di più diventa paradigma dei nostri giorni. 
Una città che si risveglia per lottare contro la camorra solo sui social, che si riscopre accogliente e umana nei video che mostrano la disponibilità di accoglienza negli stessi giorni in cui accoglie Salvini come un idolo. 

Una città che sembra però persa e che rincorre simboli e loghi per riaffermare la sua esistenza. Tra pizze, bombe, turisti, rivoluzioni annunciate e problemi atavici che restano immutato nei tempi, Napoli resta la stessa di sempre con i suoi paradossi, le sue sofferenze e i suoi tanti abitanti coraggiosi, troppo spesso soli.