Al processo per la morte del pitbull Rocky ammessa l'LNDC Animal Protection

Un poliziotto sparò all'animale che l'assalì mentre fermavano il proprietario per controlli

al processo per la morte del pitbull rocky ammessa l lndc animal protection

Prossima udienza a gennaio. Piera Rosati, presidente dell'Associazione: "Bisogna vincere anche il pregiudizio che c'è sui pitbull. Tutto dipende da come vengono cresciuti ed educati"

Napoli.  

Rocky è il pitbull ucciso durante un’operazione di polizia a luglio 2019 quando gli agenti intervenuti per fermare il suo proprietario furono aggrediti dal cane giunto in soccorso del suo padrone.

Un poliziotto reagì esplodendo due colpi di pistola e lasciando l'animale senza vita sull’asfalto. LNDC Animal Protection ha subito sporto denuncia ottenendo di essere ammessa come parte civile nel procedimento penale che va avanti ormai da oltre due anni. Il 4 ottobre si è tenuta l’ennesima udienza del processo in cui sarebbe dovuto comparire anche il proprietario del cane che però non si è presentato, la prossima udienza si terrà a gennaio.

Questo caso rappresenta purtroppo un esempio perfetto di due gravi problemi che spesso ci troviamo ad affrontare - spiega Piera Rosati Presidente LNDC Animal Protection - Il primo è il pregiudizio verso i pitbull e i meticci di questo tipo, considerati quasi sempre a torto cani aggressivi e pericolosi. Sicuramente sono cani potenti, ma anche tanto fragili da un punto di vista psicologico e si legano in maniera quasi morbosa al loro punto di riferimento umano. Per questo, la loro eventuale aggressività è dovuta principalmente al modo in cui vengono cresciuti ed educati. Sfortunatamente, proprio questo pregiudizio è il motivo per cui finiscono spesso nelle mani sbagliate e quindi ci troviamo davanti a un circolo vizioso. Il secondo grave problema è l’impreparazione di tanti agenti delle forze dell’ordine nel gestire situazioni che coinvolgono gli animali, che porta in tanti casi a reazioni spropositate ed esagerate come questa. È necessario che gli agenti di polizia, carabinieri e tutte le altre forze dell’ordine vengano adeguatamente formati per ‘leggere’ i comportamenti dei cani e adeguare il proprio comportamento di conseguenza”.

Per ora ci possiamo dire soddisfatti che il processo intanto vada avanti, ha aggiunto Michele Pezone responsabile Diritti Animali LNDC Animal Protection - Inizialmente il PM infatti cercò di archiviare il caso, prendendo per buona la legittima difesa invocata dalla Polizia di Stato in difesa del proprio agente. Grazie ai tanti filmati ripresi dalle tante persone presenti sul posto al momento della sparatoria, siamo però riusciti a dimostrare che il cane non mostrava un atteggiamento aggressivo quando è stato ucciso e a supporto di questa tesi abbiamo anche presentato una relazione di un esperto di comportamento animale. Con questi elementi, il GIP ha ritenuto opportuno rigettare la richiesta di archiviazione e procedere con il rinvio a giudizio. Confidiamo che il resto del processo aiuterà a dimostrare che i due colpi di pistola contro Rocky potevano, e dovevano, essere evitati”.