Caos Napoli - Eintracht. Parla ultras arrestato: "Volevamo difendere la città"

"Siamo entrati in azione per difendere Napoli, visto che la stavano devastando"

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Napoli.  

Si sono radunati e sono entrati in azione "perché era giunta voce che stessero devastando Napoli": così si è giustificato uno dei cinque ultrà azzurri arrestati per gli scontri avvenuti a Napoli mercoledì scorso in occasione della partita di Champions League tra Napoli e Eintracht.

In piazza del Gesù, nel pomeriggio dello scorso 15 marzo, si sono fronteggiati ben 600 supporters della squadra tedesca (tra cui c'erano anche tifosi dell'Atalanta) e 200 napoletani, entrati in azione - come è stato da loro stessi ribadito - "per difendere Napoli". L'enorme sforzo delle forze dell'ordine ha impedito che le due opposte fazioni arrivassero al "corpo a corpo" e numerosi sono i poliziotti che hanno riportato conseguenze e lesioni a causa di quella vera e propria guerriglia.

Alcuni degli ultrà napoletani sono stati ripresi a volto scoperto, con fumogeni e petardi. Altri, malgrado travisati, sono stati comunque identificati, inequivocabilmente, e quando gli è stato notificato il provvedimento hanno ammesso di avere preso parte ai tafferugli. Uno, quello che ieri il gip Leda Rossetti ha scarcerato, è stato identificato, sempre grazie ai video, nei pressi di piazza del Gesù, con il volto scoperto e con un casco in testa. Ma i suoi comportamenti non appaiono offensivi. Anzi, viene inquadrato mentre si allontana.

Nei confronti dei supporter azzurri arrestati la Procura di Napoli ha ipotizzato i reati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata, lesioni personali aggravate nei confronti di sette agenti, e il lancio di oggetti atti a offendere (pietre, bottiglie, bombe carta sedie, mazze e tavolini) all'indirizzo degli agenti della Ps e della tifoseria tedesca. Ieri il giudice ha convalidato l'arresto per tre per napoletani e per tre tedeschi. Per un napoletano è stata disposta la scarcerazione. L'altro ieri è stato invece condannato a due anni e mezzo di reclusione (al termine di un processo celebrato per direttissima) il quinto tifoso partenopeo arrestato per il quale è stata disposta la detenzione domiciliare. Quattro dei cinque tifosi del Napoli sono stati difesi dall'avvocato Emilio Coppola. Quelli tedeschi dagli avvocati Giovanni Adami, Daniele Tuffali, Simone Bonaldi e Serena Improta