Dieci ragazzi contro uno a colpi di casco: la violenza esplode ancora una volta

L'episodio è avvenuto la scorsa notte in Via Cesario Console

dieci ragazzi contro uno a colpi di casco la violenza esplode ancora una volta
Napoli.  

Ancora un episodio di violenza giovanile a Napoli, consumato nella notte in via Cesario Console. Dieci ragazzi hanno accerchiato e brutalmente aggredito un loro coetaneo, colpendolo ripetutamente con dei caschi utilizzati come armi. Le immagini riprese da un video circolato sui social mostrano scene drammatiche: la vittima tenta di fuggire disperatamente, mentre cerca invano di proteggere la testa con le braccia.

Un’aggressione brutale e pianificata

La violenza appare non solo sproporzionata ma anche organizzata, in quello che sembra essere a tutti gli effetti un vero e proprio “raid punitivo”. Solo quando i dieci aggressori si ritengono “soddisfatti” della missione, si allontanano, lasciando il giovane ferito e sotto shock. Un’altra ferita profonda per una città che continua a essere teatro di episodi simili.

I cittadini chiedono più controlli e prevenzione

La reazione dei residenti è immediata: "Mancano controlli, manca educazione", dicono in molti, esasperati da una spirale di violenza che sembra inarrestabile. La zona, come molte altre della città, è spesso priva di una presenza visibile delle forze dell’ordine, e questo contribuisce a creare un senso di abbandono e insicurezza.

Il prefetto: “C'è un vero allarme educativo”

Solo poche ore prima, il prefetto Michele di Bari si era recato in piazza Dante, teatro di altri episodi di violenza recente, dichiarando apertamente che in città esiste un “deficit di educazione”. Le sue parole risuonano oggi con maggiore urgenza, alla luce di questa nuova aggressione: “C’è un allarme reale, servono interventi strutturali, non solo repressione”.

Un fenomeno che non si può più ignorare

La violenza giovanile a Napoli sta assumendo dimensioni preoccupanti, diventando un fenomeno sociale che richiede una risposta collettiva: istituzioni, famiglie, scuola e comunità. Non basta più condannare l’accaduto: è necessario comprendere, prevenire, intervenire.