Pasquale Sacchettino, 59 anni, con precedenti per spaccio, è finito di nuovo in carcere dopo un blitz della polizia a Scampia, quartiere caldo di Napoli. Durante un controllo in via Arcangelo Ghisleri, gli agenti della Squadra Mobile e del commissariato locale hanno trovato sette dosi di cocaina nella sua auto, per poi scoprirne altre nove in casa, insieme a bilancini di precisione e materiale per il confezionamento. Ma a stupire è stato il ritrovamento di un impianto di videosorveglianza all’avanguardia, con cinque microcamere puntate sull’esterno per monitorare ogni movimento.
Sacchettino, il cui nome è legato anche alla vicenda giudiziaria del figlio Vincenzo – l’ex baby attore della serie Gomorra, noto per il ruolo di "Danielino" – era già noto alle forze dell’ordine per reati legati al narcotraffico. L’operazione, scattata dopo un controllo apparentemente di routine, ha portato alla luce un vero e proprio sistema di sicurezza clandestino: le telecamere erano collegate a un DVR e a un monitor interno, permettendogli di sorvegliare costantemente i dintorni della sua abitazione.
La scoperta conferma l’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate da parte della criminalità organizzata per eludere i controlli. Gli investigatori non escludono che l’impianto fosse utilizzato anche per coordinare attività illecite, data la posizione strategica dell’appartamento nel cuore di Scampia, zona storicamente legata al traffico di droga.
Con Sacchettino nuovamente dietro le sbarre, resta da vedere se l’arresto porterà a ulteriori sviluppi nell’indagine sul narcotraffico nel quartiere. Intanto, la storia del padre di "Danielino" riaccende i riflettori sul legame tra criminalità reale e la sua rappresentazione televisiva.
