Una ferita insanabile, il Vesuvio brucia sotto gli occhi dei cittadini e le fiamme continuano a minacciare ormai da tre giorni la vasta area del Parco Nazionale del Vesuvio, con un fronte di fuoco di due chilometri che mette a rischio la biodiversità della zona. Le fiamme, divampate nei comuni di Terzigno e Boscotrecase, hanno mobilitato un imponente dispiegamento di forze: dieci mezzi aerei, tra Canadair ed elicotteri, vigili del fuoco, Protezione Civile e persino l’Esercito, impegnato con autobotti per il rifornimento idrico.
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, coordina le operazioni. A Palazzo del Governo alle 12 si è svolta una riunione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza.
Fiamme lambiscono abitazioni
Per tutta la notte si è temuto che le fiamme arrivassero sulle abitazioni della parte alta di Terzigno, nei pressi della strada provinciale Zabatta, per i residenti tanta paura e soprattutto aria irrespirabile con diverse persone soprattutto anziani costrette a chiamare il 118 a causa di malori. Nella mattinata il vento ha spinto le fiamme verso il comune di Boscotrecase.
Si continua a lavorare senza sosta
Le operazioni di spegnimento procedono tra difficoltà logistiche e condizioni meteo avverse, con temperature in aumento e vento che alimenta le fiamme. "La situazione è critica", ammette la Protezione Civile regionale, che ha chiesto il supporto dell’Esercito per presidiare le strade e garantire l’approvvigionamento idrico.
Gioacchino Madonna, sindaco di Massa di Somma e presidente della Comunità dei sindaci del Parco, non esclude origini dolose: "Le autorità dovranno accertare le responsabilità, anche attraverso i sistemi di videosorveglianza".
"Gli incendi che stanno interessando il Vesuvio sono crimini. Chi appicca il fuoco o avvelena l'ambiente è un nemico della natura e della salute di una comunità. Il Vesuvio è un patrimonio unico al mondo, ridurlo in cenere per profitto, vendetta o incuria significa compiere un atto di barbarie inaccettabile. Per chi inquina, brucia o devasta non c'è perdono. Servono pene severe, controlli serrati e la certezza che ogni responsabile pagherà fino in fondo. Un ringraziamento di cuore va alle squadre di soccorso, ai vigili del fuoco, ai volontari, alla protezione civile e a tutti coloro che, in queste ore, stanno operando per salvare il nostro territorio. Difendere il Vesuvio significa difendere noi stessi": così in una nota Mario Casillo, capogruppo regionale del Partito Democratico.
Intanto, Legambiente Campania lancia l’allarme: "Serve più prevenzione e indagini mirate per fermare chi specula sugli incendi". Mentre i Canadair solcano il cielo carichi d’acqua, la paura è che il disastro ambientale possa lasciare cicatrici permanenti sul Vesuvio, simbolo fragile di un territorio stretto tra emergenze ricorrenti e la sfida della tutela.
