Di Giacomo: "Poggioreale, una delle maggiori piazze di spaccio della droga"

L'allarme del vice segretario generale del sindacato polizia penitenziaria

di giacomo poggioreale una delle maggiori piazze di spaccio della droga

Il mercato della droga in carcere si è evoluto...

Napoli.  

“E’ da tempo che denunciamo che il carcere di Poggioreale è una delle maggiori piazze di spaccio di droga persino rispetto a quelle esterne ai penitenziari. Il ritrovamento di un chilo circa di hashish, 45 grammi di cocaina e una decina di cellulari, è, purtroppo, solo la conferma”.

Ad affermarlo è Aldo Di Giacomo, che aggiunge: “nel corso dell’anno i sequestri effettuati negli istituti penitenziari italiani ammontano a 65 kg di sostanze stupefacenti di ogni tipo. Anche se più recente molto pericoloso è l’ingresso nelle celle di ’Blu Punisher’ e di altri tipi di pasticche.

Il mercato della droga in carcere si è evoluto: tra pastiglie di farmaci tritati o sniffati (l'orudis 200, il contramal, lo stinox, il lentomil - che vengono date per terapia – per citarne alcuni e persino la tachipirina), cerotti alla morfina, francobolli con colla ricavata da stupefacenti, spaccio e consumo hanno subito cambiamenti notevoli che il personale penitenziario non è certo in grado di cogliere e tanto meno contrastare. Evidentemente il caso recente della detenuta di 59 anni morta per overdose nel carcere Rebibbia femminile a Roma, come in precedenza i due detenuti morti a San Vittore sempre per overdose o droga cosiddetta “tagliata male”, non hanno insegnato nulla. Intorno al traffico e all’uso di droga è sempre la criminalità organizzata a fare affari, controllando, come dimostrano numerose inchieste, le più grandi piazze di spaccio dentro e con l’uso dei telefonini fuori. Insieme alla droga il mercato illegale più diffuso in carcere è infatti quello dei cellulari anche di tecnologia avanzata che sono lo strumento per continuare a comandare dalle celle, a fare estorsioni e minacciare imprenditori e cittadini.

Nei penitenziari siamo ad un giro di decine di milioni di euro l’anno mentre si sono perse le tracce dei ripetuti annunci del Ministro Nordio sulle misure alternative per tossicodipendenti e le case accoglienza che se esistono non sono in grado di assistere che qualche centinaio di persone con problema droga.

Noi da tempo abbiamo messo in guardia sul nuovo corso della Mafia 2.0” che non è certo possibile contrastare con l’assunzione di poche decine di agenti penitenziari, avvenuta con grande enfasi nelle scorse settimane, che restano insufficienti perché a mala pena e non in tutti gli istituti riescono a rimpiazzare i posti degli agenti in pensione. Ne servono almeno 7 mila se si vuole ripristinare il controllo dello Stato e stroncare i traffici di droga e telefonini.

Da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, del Governo e della politica - continua il segretario Di Giacomo - si preferisce fare come le “tre scimmiette” (non vedo, non sento, non parlo). In questa situazione è pertanto ancora più irresponsabile negare l’evidenza dei fatti e ripetere come una liturgia che “tutto va bene”, mentre i servitori dello Stato che si sentono abbandonati ed umiliati dal datore di lavoro che dovrebbe dimostrare profonda riconoscenza per il loro sacrificio. Noi non lo permetteremo”.