Mattanza Melito: ore contate per il quinto uomo.Era nella casa

Svolta nelle indagini

Melito di Napoli.  

Mattanza nel fortino del clan Amato, il cerchio si stringe. Gli investigatori hanno appena acquisito un nuovo nome, quello del quinto uomo presente sulla scena del duplice delitto. Proprio lui si sarebbe trovato, insieme a Domenico A. e al 20enne Raffaele Mauriello, sul luogo della spara-toria di lunedì pomeriggio. Sotto quella micidiale pioggia di piombo ha perso la vita Alessandro Laperuta, 32enne originario di Afragola, e Mohammed Nouvo, 30anni e originario della Tunisia. Del gruppo di fuoco, da ormai tre giorni, sembra essersi persa però ogni traccia. La mattanza sarebbe avvenuta nell’ambito di un regolamento di conti tutto interno al clan Amato. E proprio la droga - in particolare l’improvvisa scomparsa di una partita - sarebbe stata il motivo del summit. Intanto continuano i controlli nel Parco Padre Pio come anche nel vicino Parco Monaco.

Quel raid armato ha scatenato l’inferno a Melito in pieno giorno. Le indagini sul duplice omicidio, avvenuto in un appartamento di Melito di Napoli, sono indirizzate nel mondo dello spaccio della droga. Nel raid è rimasto ferito anche un 15enne con un peso specifico altissimo. Domenico A. ferito nel corso di un agguato a pochi passi dal parco X, storica roccaforte del clan Amato-Pagano, è imparentato a doppio filo ai super boss Raffaele Amato, detto O'Lell, e figlio di Cesare Pagano, detto Cesarino, entrambi rinchiusi da anni in carcere. Nipote e figlio dei due principali protagonisti della prima faida di Scampia, di coloro i quali scelsero per primi di fare guerra a Paolo Di Lauro, e che risultarono poi vincitori della sanguinosa guerra al Milionario.

La sparatoria è avvenuta in un appartamento di Melito. A terra senza vita resta Alessandro Laperuta, 28 anni. Un pregiudicato extracomunitario di 30 anni, Mohamed Nouvo, è agonizzante e morirà qualche ora più tardi all'ospedale di Giugliano. Lo stesso dove arriva il 15enne, con ferite all'addome. Laperuta invece sul colpo, dopo essere stato raggiunto dalla pioggia di fuoco del sicario che è entrato all’interno dell’appartamento. Si era rifugiato sul balcone della casa del nord africano. Il segno della mattanza è nel macabro particolare - visibile a tutti - della tenda dell’abitazione al terzo piano intrisa del sangue scorso su quel balcone. 

Nell'appartamento oltre ai due morti - Alessandro Laperuta e Mohamed Nouvo - e al ragazzo ferito ci sarebbe stata anche una quarta persona, che poco dopo è rimasta coinvolta in un incidente stradale riportando delle lievi escoriazioni. Si tratta di un uomo che proprio in sella a uno scooter ha cercato di portare il ragazzo all'ospedale «San Giuliano» di Giugliano. Per gli investigatori il raid di morte è avvenuto nell'appartamento. 

 

Redazione Na