di Simonetta Ieppariello
I teschi sono messi uno accanto all’altro in file geometriche. Molti di loro si trovano in piccole casette di legno, edicole, o hanno sopra monetine, biglietti dell’autobus, corni napoletani o altri doni. Anche pupazzi, libri. Fanno parte di Napoli, della sua vita, della gente. (clicca per seguire la puntata de L'Altra Campania sul culto dei morti a Napoli)
Sembra il Messico, ma non lo è. Benvenuti nel cimitero delle Fontanelle di Napoli al Rione Sanità.
Dove i greci e i romani seppellivano i loro morti nelle catacombe nasce il cimitero delle Fontanelle. La zona era anche legata al culto dei vergini o anche eunostidi, una tradizione greca antica che predicava la castità maschile. Il rione è un dedalo di vicoli e stradine, pozzi, leggende, storie e sacralità.
Tutte le ossa furono disposte in una sorta di "pietas popolare" a ridosso delle pareti tufacee per ricordare tutti coloro che morirono in occasione delle pestilenza, in povertà o nelle carceri e classificati pertanto come resti mortali "anonimi".
Quella tra Napoli e la morte è una relazione strana e uno dei posti migliori per comprenderla è questo quartiere, Rione Sanità.
La Napoli di sotto e quella di sopra. I corridoi e scale percorse da pozzari e figure ossianiche, che caratterizzano l’identità del popolo quello napoletano fatto di mille sfaccettature, anime, contraddizioni, umanità.
Questo incredibile mondo sotterraneo ha da sempre influenzato la cultura napoletana. Questo è l’universo delle anime “pezzentelle” nel vicino cimitero delle Fontanelle. Le fosse comuni di Napoli erano piene di corpi di persone morte in calamità naturali, per epidemie o per motivazioni ignote. Nella cultura partenopea il Purgatorio ha un ruolo importantissimo e i morti e i vivi si possono dare una mano reciproca, soprattutto se poveri. Le anime “pezzentelle” sono le persone che non hanno nessuno che preghi per loro perché buttate in fosse comuni. La tradizione vuole che adottando i loro teschi “le capuzzelle”, prima o poi le loro anime appaiano di notte. Si crea così un legame di aiuto reciproco in cui i vivi pregano per i morti e i morti aiutano i vivi vegliando su di loro.
Ex voto, segni, pinax, perchè la capuzzella esaudisca la preghiera. Un rapporto binario grazie al quale le stesse anime possano scalare il purgatorio proprio grazie al flusso di preghiera che arriva da chi l’ha adottata così intimamente e amorevolmente. In cambio di questo sollievo i vivi chiedono delle grazie. Se si realizzano i fedeli fanno una casetta per il teschio, lo si lucida e gli si fanno delle offerte. Se non si avvera lo si abbandona di nuovo. Questo culto era ancora in uso fino agli anni Settanta ed in parte sopravvive ancora oggi.
La Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco detta amabilmente ” ‘a Chiesa d’ ‘e cape ‘e morte”rappresenta per Napoli, il fulcro principale dove si concentra il culto delle anime pezzentelle, rivolgendo una speciale devozione al teschio di Lucia, la sposa più fotografata in Via Tribunali.
La chiesa sorge in via Tribunali 39 inserita nel Complesso culturale della «Via dell’Arte» di Via Duomo, a due passi dal Pio Monte della Misericordia e dal Museo del Tesoro di San Gennaro.
Il Complesso museale intitolato all’Opera Pia Purgatorio ad Arco vanta oltre 400 anni di attività, è la più longeva istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficenza che ha mantenuto fede agli scopi prefissati dai suoi fondatori, ovvero offrire soccorso e assistenza agli ammalati e ai bisognosi, opere a suffragio alle anime del Purgatorioper celebrare messe.
Vivere e morire a Napoli. La città di sotto e quella di sopra. E poi quel purgatorio una dimensione così tipica dell’anitica partenope. Culti e leggende si affastellano nel racconto di un popolo così speciale. La morte. A Napoli quasi tutti hanno un soprannome, tratto distintivo e unico che la gente del luogo porta con sé per tutta la vita. Molto più di un'etichetta, è la vera e propria investitura del popolo. Ce lo racconta nel documentario L’Altra Campania, l’avvocato Nicandro Siravo che colleziona i manifesti funebri più bizzari e di incredibile curiosità.
