Nobel alla poetessa Gluck: un piccolo miracolo partenopeo

La sua raccolta di poesie pubblicata in Italia dalla casa editrice napoletana Dante&Descartes

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Napoli.  

Il Premio Nobel per la letteratura è stato assegnato a Louise Gluck, 77 anni, poetessa americana. Gluck è una poetessa schiva, solitaria, che non appare in pubblico. C’è un po’ di Napoli in questo Nobel, un po’ di editoria indipendente, una storia tipica di quei tesori nascosti che improvvisamente diventano popolari e che tutti cercano. 

La poetessa statunitense infatti in Italia è stat pubblicata dalla casa editrice di Napoli Dante & Descartes che nel 2019, proprio poco prima del lockdown, fece uscire la sua raccolta “Averno.  

Un progetto che sembrava fuori mercato, già pubblicare poesia è difficile, farlo poi con il materiale di un’artista che si nasconde in tempi dove apparire è alla base delle vendite è chiaramente un azzardo. 

Oggi la casa editrice partenopea che è anche un libreria con sede nel cuore del centro storico di Napoli, a via Mezzocannone 55, si è ritrovata al centro di un’attenzione mediatica che non aveva mai avuto. 

Il titolare Raimondo Di Maio lo dice senza giri di parole “qui non ha mai chiamato nessuno, non si è mai visto un giornalista, oggi invece il telefono squilla in continuazione, ogni 5 minuti e davanti alla libreria c’è la folla. Io sono qui a festeggiare con Antonella Cristiani, che ha curato con me il libro della Gluck. A farcela scoprire - racconta Di Maio  - è stato un mio amico fraterno, José Vicente Quirante Rives, che l'ha pubblicata in Spagna con la sua casa editrice che, guarda caso, si chiama Partenope. Un giorno, l'anno scorso, mi ha chiamato e ha insistito: ‘è un libro necessario per Napoli'. Lo abbiamo letto in spagnolo, in inglese, abbiamo iniziato le prove di lettura in italiano e le abbiamo mandate all'autrice, che difendeva giustamente ogni parole e virgola della sua poesia. E' uno straordinario dialogo con la morte, un esempio altissimo, che riprende la classicità  con una sensibilità contemporanea: eppure la Gluck non era mai stata sul lago d'Averno, porta d'accesso agli Inferi secondo la mitologia, che è proprio vicino a Napoli. Era uno scandalo che i suoi versi non fossero stati tradotti in italiano e abbiamo cercato di porre rimedio. E ovviamente abbiamo invitato Louise Gluck a venire a visitare il lago d'Averno. Siamo felici per l'autrice, perché è un premio prestigioso e meritato: le abbiamo scritto immediatamente per congratularci con lei. E siamo contenti perché in questo momento di parole dannate, la parola poetica ha un po' di spazio. In poche ore abbiamo venduto 80 copie di 'Averno' qui e all'altra filiale, in piazza del Gesù, dove c’è mio figlio. Mi sembra un piccolo miracolo napoletano: mai poesia fu tanto venduta nel nostro Paese. Avevo stampato mille copie, ne ho ancora seicento da parte, ma dalle grandi catene come Feltrinelli e Hoepli me ne hanno già chieste cinquemila. Su Amazon non ci siamo, non mi sembra un luogo adatto per la poesia. E nella distribuzione - promette - approfitterà dei cinque minuti di potere legati al Nobel per avvantaggiare le piccole librerie indipendenti, quelle che magari me ne chiederanno una sola copia. Il primo a mettersi in macchina e a raggiungerci è stato il titolare della libreria Tasso, a Sorrento. Qualcuno mi ha abbracciato, come se avessi avuto un figlio: sono fenomeni belli, che fanno bene al cuore. In questi giorni, via Mezzocannone è quasi deserta: ecco, questa luce mi fa piacere. Il mio amico Erri De Luca dice che un libraio editore ha una responsabilità civile in più verso la città: oggi, da artigiano quale sono, sento di aver assolto a questo compito. Più che mai al Sud: quando va bene, produciamo emigrazione, quando va male, disoccupazione. Siamo orgogliosamente distanti dai centri industriali di decisione della cultura a perdere del Nord: quello non è sapere, è consumo. Noi non puntiamo al successo economico, vogliamo avere lettori". 

Louise Gluck nei suoi versi riporta i traumi e le difficoltà che ha vissuto come l’anoressia di cui ha sofferto in gioventù, una malattia con cui ha dovuto fare i conti e che l'ha costretta ad abbandonare gli studi universitari anche se poi è diventata professore aggiunto all'Università di Yale. 

Sono due le raccolte poetiche principali di Louise Glück, Premio NOBEL per la Letteratura 2020, tradotte in italiano. Si tratta di "L'iris selvatico" (Giano, 2003), insignito del Premio Pulitzer, e "Averno" (Dante & Descartes, 2019, con la postfazione di José Vicente Quirante Vives): entrambe le pubblicazioni sono state tradotte dall'anglista Massimo Bacigalupo. Altre sue poesie sono state tradotte in italiano nelle raccolte "Nuovi poeti americani" (Einaudi, 2006, curata da Elisa Biagini) e "West of your cities" (minimum fax, 2003, curata da Mark Strand e tradotta da Damiano Abeni). Otto poesie di Louise Glück sono state pubblicate nel numero 75 della rivista letteraria "Nuovi Argomenti" (Mondadori), pubblicato nel 2016, nella versione inedita di Damiano Abeni, nella sezione dedicata ai "Poeti statunitensi contemporanei". I testi si si intitolano: "Fior d'angelo", "Figura assisa", "Il trionfo di Achille", "Liberazione", "L'abbraccio", "Estate", "Rimprovero" e "Cavallo".