Meta verso il voto: Pasquale Cacace candidato per la successione a Giuseppe Tito

Grandi manovre nella maggioranza per scegliere il successore del sindaco dopo due mandati

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L'investitura del vice sindaco è venuta dopo due mesi di infruttuoso confronto interno al gruppo di maggioranza che non ha saputo scegliere un candidato sindaco come richiesto da Tito che alla fine ha scelto ed ora si tratta di consolidare il gruppo.

Meta.  

Giuseppe Tito, sindaco e consigliere della Città Metropolitana di Napoli, ha "investito" il suo vice, Pasquale Cacace dell'onere e dell'onore della successione. Cioè alla scadenza del mandato, del suo secondo mandato alla guida della cittadina di Meta, a raccogliere il testimone sarà Cacace, attuale numero due dell'amministrazione che svela anche il retroscena di questa decisione che sembra essere stata assunta con un largo anticipo, ma che invece rientra in una "trasparente strategia politico-amministrativa" di Tito.

Il Sindaco Tito intende garantire la continuità amministrativa

Tito intende assicurare al Comune una continuità fondamentale per portare a compimento una programmazione importante per rilanciare ulteriormente Meta sul fronte della vivibilità, della qualità dei servizi, dell'offerta turistica. Ci sono oltre 5 mlnm di euro di lavori pubblici già impegnati e che sono destinati a cambiare il volto del paese nel mentre già si sta lavorando a una nuova programmazione, anche a livello comprensoriale, per avvalersi dei fondi del PNRR diretti agli enti locali.
Cacace spiega che la decisione annunciata da Tito di "passargli lo scettro" è avvenuto in modo assolutamente trasparente perchè il sindaco da oltre due mesi ha sollecitato la maggioranza a individuare al proprio interno il futuro candidato sindaco in modo da costruire un percorso politico-programmatico coerente e vincente.

Cacace: il sindaco ci ha dato due mesi di tempo per scegliere

In questi due mesi il gruppo consiliare non è riuscito ad addivenire ad alcune decisione, tantomeno a una designazione, sottolinea Cacace, "...per cui alla fne il Sindaco ha deciso di uscire dagli equivoci indicando me, il suo vice, come successore e invitando chi non condivide la scelta ad assumere comportamenti coerenti, cioè dichiararsi e intraprendere un proprio percoso alternativo senza pregiudicare con comportamenti ambigui il prosieguo della consiliatura".
E' evidente che la decisione delle scorse settimane, poi revocata, di dimettersi da sindaco voleva essere uno scossone rivolto al proprio gruppo dedito a tatticismi che mal si conciliavano con l'idea che Tito ha del futuro amministrativo per Meta e che lo vedrà comunque in prima linea anche se in una veste diversa, ma sempre al servizio del comune e dei cittadini.

Le aspirazione di Angela Aiello

Tra gli aspiranti alla successione c'era e probabilmente ancora c'è l'assessore Angela Aiello, peraltro la prima eletta alle ultime elezioni, ma che non ha indossato la casacca del numero due dell'amministrazione nonostante i dichirati buoni rapporti col sindaco Tito. A conferma dell'esistenza di tensioni tra i due c'è anche la posizioe assunta dalla Aiello alle ultime elezioni politiche quando all'insaputa di Tito, è stata designata dai circoli PD della Penisola Sorrentina come la possibile candidata alla Camera nella lista di partito, che poi è lo stesso di Tito.

Un colpo di mano poi abortito perchè il PD non ha candidato la Aiello o, stando alle notizie circolate l'avrebbe candidata nel proporzionale ma in una posizione praticamente ineleggibile. Che poi per il PD le elezioni politiche in Campania siano state una vera e propria debacle non se l'aspettavano i candidati nè l'Aiello che almeno si è risparmiata una campagna elettorale dagli esiti segnati.

La ferita però è rimasta ed anche la rinnovata fiducia a Tito da parte della maggioranza è stata probabilmente la conferma della mancanza di una vera strategia alternativa rispetto a quella del sindaco in carica. Ora che la candidatura di Cacace è stata ufficializzata e che attorno ad essa si concretizzerà il riposizionamento della maggioranza, sarà importante comprendere se la componente dissidente intenderà prendere le distanze come richiesto da Tito o sceglierà la strada di un adeguamento per non perdere poltrone e potere contrattuale nel prossimo futuro.