Castellammare di Stabia, la lotta del WWF per salvare il Viale degli Ippocastani

Per ampliare la strada di accesso alla reggia del Quisisana si devono abbattere gli alberi centenari

castellammare di stabia la lotta del wwf per salvare il viale degli ippocastani

Gli ambientalisti accusano anche il presidente del Parco Naturale dei Monti Lattari, Tristano Dello Joio, che giustifica l'intervento sulla base di una perizia agronomica e paventando il rischio che si perda il finanziamento di 3 mln di euro

Castellammare di Stabia.  

Corsa contro il tempo per salvare il filare dei centenari ippocastani che danno il nome al viale finito nel mirino degli ambientalisti del WWF che hanno rilevato una serie di irregolarità contestando il progetto di ampliamento della strada, che comporta l'abbattimento degli alberi, voluto dall'allora sindaco di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino forte di un finanziamento di 3 milioni di euro. Il WWF chiama in causa anche il Presidente dell'Ente Parco Tristano Dello Joio per le dichiarazioni rilasciate alla stampa su quest'opera pubblica.

La parola sull'attuazione dell'intervento intanto è passata nelle mani dei commissari prefettizi reggenti il Comune cui spetta la decisione definitiva che può dare il via ai lavori o bloccare lo scempio degli ippocastani.
Dello Joio ha spiegato le ragioni dell'intervento consistente in una "riqualificazione" della strada per accedere alla reggia di Quisisana col rischio che si perdano i 3mln di euro di finanziamento se non si abbattono gli alberi sulla base di una perizia agronomica che ne ha accertato lo stato degradato: sei esemplari sono pericolosi, gli altri sono brutti e antiestetici e non conviene economicamente curarli perchè non sappiamo se in futuro si ammaleranno.

Secondo il WWF, che ha presentato un esposto alla Procura di Torre, l'opera non è consentita dal Put

Nello specifico il WWF spiega che "...il PUT (piano urbanistico territoriale) non consente l'allargamento di strade in zona 1B, nè le norme del Piano di Stralcio dell'Autorità di Bacino (siamo in Zone R4 e R2 della Carta del rischio da frana - Tav. 466101) consentirebbero lo sbancamento di un'intera scarpata!".
E aggiunge:"...si usa una "perizia agronomica" per legittimare e giustificare un'intenzione progettuale già decisa a priori, come apparirebbe dalle dichiarazioni del Presidente dell'Ente Parco riportate sulla stampa. Dire poi che il Parco abbia approvato la perizia agronomica prodotta "per senso di responsabilità" è tanto falso quanto imbarazzante.
A ben leggere la perizia classifica come "pericolosi" solo sei esemplari e prescrive la cura e l'osservazione dei restanti 25 (cosa condivisa e prescritta dalla stessa Soprintendenza) salvo poi, nelle conclusioni, ritenere che si debbano abbattere tutti per motivi "estetici ed economici".

Tristano Dello Joio: "A questo punto non ci sono i tempi per una variante, si rischia di perdere il finanziamento"

Secondo il Presidente dell'Ente Parco non ci sono più i tempi per una variante al progetto che risale addirittura al 2019. Fino a luglio gli alberi non si possono abbattere per la tutela della flora e la fauna del Quisisana, poi saranno ripiantati alberi già adulti al posto degli ippocastani.
Secondo il WWF "...il ruolo istituzionale dell'ente parco sarebbe la cura e la salvaguardia della flora e della fauna dell'ecosistema dei Monti Lattari, e non quello di consentire l'accesso facilitato a fondi e finanziamenti pubblici propedeutici, tra l'altro, alla distruzione di quello stesso patrimonio storico e naturale che il Parco dice di voler proteggere. Al punto tale da permettere ad una commissione di valutazione ambientale già scaduta di dare il suo nulla osta al progetto necessario ad avviare l'iter dei finanziamenti".

La decisione finale spetterà al commissario prefettizio e alla Procura di Torre Annunziata alla quale il WWF ha presentato un corposo dossier per dimostrare l'irregolarità dell'intero progetto auspicando di salvare gli ippocastani del Quisisana che "conferiscono al viale che da essi prende il nome un indiscutibile elemento di bellezza e di fascino, nell'intento di ottenere l'apposizione ai patriarchi arborei, di oltre 100 anni di età, del vincolo monumentale ai sensi della legge 10/2013".