Whirpool avvia la cessione, tensione e proteste a Roma

La multinazionale al Mise annuncia che domani partiranno le procedure

I 200 operai in delegazione: "siamo offesi e delusi". Per i sindacati "un atto unilaterale molto grave, chiediamo al Governo di passare dalle parole ai fatti"

Napoli.  

"Domani avvieremo il procedimento di cessione ramo d'azienda per la sede di Napoli". Ad annunciarlo, secondo fonti sindacali presenti al confronto al Mise, l 'ad di Whirlpool, Luigi La Morgia.

Appena trapelata la notizia è scattata la protesta. La delegazione di operai , circa 200 giunti da Napoli, a Roma ha cominciato a urlare “scendete” sotto le finestre del ministero. La tensione è salita in pochi minuti. Nonostante le promesse e gli accordi l'azienda ha deciso di tirarsi indietro sul futuro dello stabilimento di Via Argine.

Alla fine si opterà dunque per la Prs ovvero "Passive refrigeration solutions".

I lavoratori chiedono ancora una volta rispetto e dignità, ma l'esito di questo incontro tecnico in fondo era prevedibile dopo l'annuncio di importanti dichiarazionì fatto da Whirlpool nei giorni scorsi, una comunicazione che per Fim Fiom e Uilm già preludeva alla vendita del sito. L'incontro è stato presieduto dal neo sottosegretario al Mise, Alessandra Todde del M5S.

"L'avvio della procedura per noi è offensiva" ha dichiarato Barbara Tibaldi della Fiom Cgil ricordando che ancora che c'è un accordo (del 25 ottobre 2018) da rispettare. In pratica secondo il sindacto l'azienda si è presa gioco di tutti, istituzioni e lavoratori. Al tavolo si dice una cosa e fuori si fa l'opposto.

Le dichiarazioni di Whirlpool sull'intenzione di dismettere il sito di Napoli, con la partenza già domani di una procedura di trasferimento di azienda, sono «un atto unilaterale molto grave e chiediamo al Governo di passare dalle parole ai fatti per impedire la dismissione del sito campano, che non solo colpisce centinaia di famiglie in un'area disastrata dalla disoccupazione ma prelude più generale a un disimpegno della multinazionale dall'Italia, in spregio all'accordo firmato in sede istituzionale meno di un anno fa». Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestici, in una nota diffusa al termine dell'incontro tenutosi al Mise.

«La direzione aziendale - sostiene che l'unica soluzione economicamente sostenibile sarebbe la cessione dello stabilimento alla società Prs - continua Ficco - una startup che possiede un brevetto per il trasferimento di derrate alimentari, e che il provvedimento del Governo non vale a mutare questa situazione». La Uilm esprime la sua «più dura contrarietà alla dismissione di Napoli, poiché fin troppe operazioni di reindustrializzazione sono fallite miseramente in questi anni e perfino quelle avviate da Whirlpool a Caserta o dalla sua controllata Embraco a Torino sono in gravissimo ritardo», prosegue la nota ricordano che c'è un accordo sottoscritto «non solo con il sindacato ma anche con le istituzioni italiane ad ottobre del 2018, che deve essere rispettato». Al Governo «chiediamo di passare dalle parole ai fatti. L'allora ministro Di Maio aveva promesso di colpire Whrilpool se avesse dismesso Napoli e di sostenerla se invece avesse rilanciato l'attività produttiva, ma la norma poi varata ha colto solo in minima parte le nostre richieste e si è dimostrata del tutto insufficiente», conclude la nota.