I sindacati scrivono all’ad della Whirlpool

Fim, Fiom, Uilm si rivolgono direttamente a Marc Bitzer “mantenete i piani”

i sindacati scrivono all ad della whirlpool
Napoli.  

I sindacati metalmeccanici hanno scritto al numero uno della Whirlpool Marc Bitzer, che si troverebbe nel quartiere generale della multinazionale americana a Pero. Davanti alla sede c'è una delegazione della ex Embraco di Torino e la Rsu di Cassinetta di Biandronno che hanno chiesto di incontrarlo. "Vogliamo continuare a pensare che Whirlpool possa mantenere gli impegni che prende con i lavoratori, con chi li rappresenta e con il governo italiano, perciò facciamo appello a lei perché si faccia garante del rispetto dell'accordo del 25 ottobre 2018".

La lettera consegnata a Marc Bitzer, ad di Whirlpool Corporation, è firmata dalle segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm e dalle Rsu e racconta la difficile situazione di tutto il gruppo Whirlpool in Italia. 

I sindacati ricordano che il 25 ottobre 2018 al Ministero dello Sviluppo economico Whirlpool con i sindacati e il governo italiano ha sottoscritto un piano industriale che "ribadiva la strategicità dell'Italia rispetto all'area Emea, prevedeva la specializzazione produttiva delle fabbriche attraverso investimenti industriali e investimenti in strategie commerciali finalizzato alla crescita dei volumi". Questo piano, "perché potesse arrivare a compimento, veniva sostenuto con ammortizzatori sociali che il Governo italiano ha concesso, detti ammortizzatori sociali avrebbero comportato ulteriori sacrifici che i lavoratori hanno però accettato di continuare a fare poiché convinti che fosse un buon piano e che potesse davvero rilanciare l'azienda. Quelle azioni sarebbero dovute iniziare già ai primi mesi del 2019, proprio mentre lei diventava presidente, invece quelle anche poteva sembrare una lenta attuazione del piano si è dimostrata poi nei fatti un mancato rispetto degli accordi, non solo perché Whirlpool ha comunicato la cessione del sito di Napoli, ma anche perché sono venute meno tutte quelle altre azioni che il piano industriale conteneva mettendo conseguentemente a rischio la sostenibilità di altri siti oggi presenti in Italia e altre funzioni di staff".