DeMa: "Salvini poliziotto? Indaghi su se stesso e i suoi"

Il lungo post: nel suo delirio di onnipotenza forse crede di essere il capo politico della Polizia

E poi la stoccata ai Cinque Stelle: passeranno alla storia per averla catapultata da braccio destro di Berlusconi, a vice-premier consentendole di raddoppiare i consensi e facendolo percepire come il vero dominus politico del Governo

Napoli.  

Stavolta nel suo lungo post del lunedi, al quale De Magistris affida quasi sempre la sintesi di una settimana intera, il sindaco di Napoli non riesce a sottrarsi alla polemica che in questi giorni attraversa i social sull'utilizzo più o meno indiscriminato di felpe e giubbotti della polizia da parte del ministro dell'interno Matteo Salvini.

"Non mi riferisco al caso in cui si fa visita ad un corpo dello Stato – scrive Dema - La Polizia di Stato, così come le altre forze di polizia, sono lo Stato, non appartengono ad una parte. È grave che un ministro, importante esponente politico, segretario di un partito, strumentalizzi, a fini di parte, una istituzione che è garanzia per tutte e tutti”.

Per De Ma il messaggio che passa potente nella comunicazione è inaccettabile. Non escludo – aggiunge - che nel delirio di onnipotenza Salvini, vivendo quasi un deja vu o una dissociazione, pensi davvero di essere diventato un poliziotto, una sorta di capo politico della Polizia”.

E allora, a questo punto, l'ex pm suggerisce qualche pista investigativa, due filoni in particolare.

“Il primo. Indaghi su se stesso quale segretario della Lega per trovare i circa 49 milioni che secondo la magistratura sono stati illecitamente sottratti al popolo italiano. E siccome vengono prima gli italiani magari, con quei soldi, possiamo rafforzare i mezzi in dotazione alle forze di polizia.

Il secondo. Verifichi bene le persone che stanno salendo sul suo carro politico, mi riferisco alle terre che ben conosco, quelle del sud, e scoprirà fatti non certo in linea con la storia della lotta al crimine”

Della serie, chi è senza peccato...Ma non è tutto. Perché a un certo punto della lettera il sindaco si rivolge direttamente al capo del Viminale ricordandogli che non tutti si sentono rappresentati da Salvini.

Io, ad esempio, non mi sento garantito da Lei,- scrive Dema - anzi avverto che la sua politica mette in pericolo la stessa sicurezza del nostro Paese. Il fatto che Lei utilizzi, a mio parere indebitamente, nei luoghi più disparati, tra un incontro istituzionale ed una pizza, il vestiario e i segni distintivi della Polizia di Stato mi preoccupa”.

La vera stoccata è riservata agli alleati a Cinque Stelle della Lega:

“...passeranno alla storia per averla catapultata da braccio destro di Berlusconi, a vice-premier del governo “del cambiamento”, consentendole di raddoppiare i consensi e facendolo percepire come il vero dominus politico del governo”. No, dice De Magistrs, non mi illudo che questi alleati riescano a farle cambiare idea". Quindi, in concusione

“Sig. Ministro faccia tutta la propaganda che vuole, ma eviti di strumentalizzare le istituzioni democratiche del nostro Paese. - scrive ancora Dema - Si occupi, piuttosto, di mettere nelle condizioni le forze di polizia di avere più risorse, più mezzi e più personale. Lei non è un poliziotto, è un Ministro che, finora, ha fatto solo crescere nel nostro Paese insicurezza, rancore, razzismo, odio e violenza. È la mia opinione da italiano. Non come Lei che, nel 2009, indossava una maglietta con la scritta Padania is not Italy ed oggi indossa un altro titolo: prima gli italiani. Se dovessi crederle dovrei pensare che oggi Lei è contro la Padania. Il mio pensiero, invece, è che Lei è solo un abilissimo politico con un grande senso dell’opportunismo, se del caso da usare anche, senza scrupoli, sulla pelle dei più deboli, ancor meglio se hanno il colore della pelle nera. Cerchi, sig. Ministro, facendo anche leva sui suoi freni inibitori, di evitare di trascinare, nella sua propaganda, le Istituzioni della Repubblica che sono a garanzia della tenuta democratica del nostro Paese”.