Una poltrona in Senato: tra alleanze, nomi e strategie future

Suppletive di febbraio: PD che corteggia il M5S mentre il centrodestra è già in campo con Guanci

una poltrona in senato tra alleanze nomi e strategie future
Napoli.  

Domenica 23 febbraio a Napoli ci sarà la prima di una lunga serie di contese elettorali, le suppletive per il seggio al Senato di Campania 7 dopo la scomparsa di Franco Ortolani, il geologo che il Movimento 5 Stelle aveva portato a Palazzo Madama.

Un vero e proprio campo di studio per osservare e analizzare le dinamiche che in questo momento stanno attraversando la politica tanto a livello nazionale, quanto a livello locale. 

Il centrosinistra è ormai incastrato in un eterno dibattito sull’alleanza giallo-rossa e su come il rapporto tra democratici e grillini possa trasformarsi da patto di necessità ad alleanza politica. Certo per unire due popoli che, anche a Napoli, si sono scontrati con una forza verbale pesante e che spesso hanno visoni e idee completamente diverse del territorio, ci vuole un obiettivo importate e una figura capace di tenere insieme tutti. Senza obiettivo e senza persone valide, si rischia una riedizione del fallimento umbro che ha messo in discussione la tenuta anche dell’alleanza di governo.

Sulle suppletive sono intervenute ieri anche le Sardine napoletane, dimostrandosi molto più addentro alle dinamiche politiche cittadine rispetto a quanto sia stato raccontato nelle tante ricostruzioni mediatiche. D’altronde nel movimento anti-Salvini partenopeo hanno fatto la loro comparsa molti “imboscati” che fino a pochi mesi prima avevano ruoli all’interno di formazioni politiche ben riconosciute in città. Le Sardine hanno fatto da sponda ai dem partenopei chiedendo al M5s “una risposta costruttiva alla proposta del Pd”. Quindi più che per i flash mob sembra che le Sardine napoletane siano già pronte per i tavoli delle alleanze, un vecchio ricordo di un centrosinistra che qui a Napoli, come del resto in tutta Italia, è naufragato un decennio fa
La candidatura unica che metta insieme l’asse di governo, da Italia Viva al M5S passando per il Pd e Leu, resta comunque l’obiettivo al quale stanno lavorando i vertici del Pd napoletano che hanno aperto al Movimento con dichiarazioni chiare del segretario metropolitano Marco Sarracino e del presidente Paolo Mancuso
Ma i grillini per ora sembrano guardare altrove o forse stanno solo alzando la posta. Il Movimento non è quello del 2018 soprattuto elettoralmente e un seggio al Senato che allora fu conquistato schiacciando gli avversarsi ora è in bilico. In tutta questa baraonda fata di trattative che nascono dalle interviste sui giornali, dal blog dei 5 Stelle erano state già lanciate le parlamentarie per scegliere il candidato pentastellato alle suppletive di Napoli. Le 12 di ieri erano il termine per la presentazione delle candidature. Sui nomi però c’è ancora un alone di mistero e non si sa se il problema sia tecnico o politico. e cioè se sia solo un problema di funzionamento della piattaforma grillina, o se c’è ancora il tentativo di trattare con il Pd su un nome condiviso da presentare. 

Ad accendere gli animi e buttare benzina sul fuoco sono arrivate ieri le dichiarazioni della capogruppo pentastellata in consiglio regionale Valeria Ciarambino che chiedeva al Pd, in vista delle regionali, di superare De Luca per stringere un patto elettorale. Le parole della consigliera regionale hanno creato ancora più confusione e mentre una parte del Pd è già in campagna elettorale per le regionali schierata con devozione e senza badare al toto candidature sul nome del governatore uscente, un’altra lavora a delegittimare la candidatura di De Luca per trovare un nome che soddisfi gli alleati di governo. 

L’idea di un fronte unico con il Pd a partire dalle suppletive è quella carezza da una parte dei leader nazionali del movimento a partire forse proprio dal capo politico. Luigi Di Maio sa che un’alleanza con i dem a Napoli originerebbe la serie continua di sconfitte elettorale ma potrebbe anche aumentare l’emorragia di consensi dovuto proprio a questa alleanza innaturale. Sui territori infatti questa alleanza Pd-M5S viene vissuta come imbarazzante dalla base di entrambi i soggetti politici. 

Per il centrodestra invece, la vita sembra più facile e gli scontri avvengono in maniera meno evidente e meno mediatica. Il candidato è già pronto è Salvatore Guanci che ad andare a Palazzo Madama ci aveva provato già nel 2018 e con una buona affermazione, raccolse 46.018 voti quasi il 23% degli espressi, piazzandosi secondo. Guanci però non era riuscita ad arginare un Movimento che a Napoli raccoglieva numeri da capogiro. Nel collegio 7 Ortolani ottenne 180.189 voti superando il 53%, un record.

Dunque queste suppletive di febbraio assumono il sapore del laboratorio e saranno una serratura dalla quale poter spiare su ciò che accadrà soprattutto in primavera alle regionali.