Il totonomi per il sindaco di Napoli e il vuoto della politica

Da Fico a Bassolino passando per Clemente e Maresca, tanti nomi e zero idee per la città

il totonomi per il sindaco di napoli e il vuoto della politica
Napoli.  

In questi giorni nei quali la città si sta guardando dentro tra il dolore per la morte di Diego Armando Maradona, il  ricordo di una Napoli diversa, più sofferente, più povera ma capace di vincere, e l’orgoglio per il riscatto che allora il popolo napoletano legò non solo ad una vittoria sportiva ma ad una capacità che la città ebbe di essere vertice, si respira in città aria di nostalgia.

Sono le giornate come queste che possono raccontare Napoli, che possono spiegarla, rendendola leggibile anche a chi vuole amministrarla, governarla, organizzarla. 

Eppure in queste giornate si infittiscono le trame di un gioco al ribasso e al macello, quello delle elezioni amministrative della prossima primavera con le quali i napoletani sceglieranno il nuovo sindaco. 

Si affollano nomi, appoggi, dichiarazioni di intenti. Franceschini ha lanciato il nome di Roberto Fico, napoletano presidente della Camera e soprattuto fondatore dei primi pentastellati campani. Si un esponente del Pd propone come sindaco di Napoli un nome del Movimento 5 Stelle, per giunta negli anni molto vicino alle politiche e alle scelte amministrative del sindaco che oggi il Pd dipinge come nemico. 

Il centrodestra è in perenne ricerca di un nome civico e ci prova con il magistrato Maresca che potrebbe essere una figura vincente anche se dopo un decennio di sindaco ex-pm “rivoluzionario” si passerebbe ad un sindaco pm di destra. In più a Napoli, come in tutta la Campania, il centrodestra è sfasciato, in grande crisi e con guerre intestine che ne minano ogni reale possibilità di vincere a tutti i livelli. 

Il sindaco uscente ha deciso, con un’uscita non concordata con nessuno, di scegliere come erede della sua “rivoluzione arancione” la sua fidata Alessandra Clemente, assessore in entrambe le giunte di de Magistris ed esponente di spicco del partito politico dell’ex-pm, Dema. Clemente, nipote del senatore Sandro Ruotolo eletto alle ultime suppletive con un laboratorio che aveva visto insieme Pd e de Magistris, non ha destato il consenso di nessuno dei possibili alleati del sindaco e sembra un nome già naufragato nel mare di equilibri e giochi politici cittadini prima ancora di essere speso realmente. 

Intanto mentre i partiti studiano e fanno nomi c’è qualcuno che senza dirlo esplicitamente è già candidato e sembra pronto a tornare a Palazzo San Giacomo. Antonio Bassolino continuo la sua lunga marcia “passo dopo passo”, post dopo post, ospitata televisiva dopo ospitata televisiva. L’ex sindaco, ex ministro ed ex presidente di regione, sta provando, dopo l’ennesima assoluzione, a ridare splendore al ricordo del bassolinismo, che però resta macchiato da alcune vicende politiche che non sono state dimenticate dai napoletani, a partire dall’emergenza rifiuti. Bassolino punta tutto sulla nostalgia, su quel sentimento, che oggi si sente forte in città, di tornare indietro in una visione che rende il ricordo migliore di quello che era la realtà.

Alla fine dei giochi oltre i nomi non resta niente, nessun programma, nessuna idea. Napoli si trova a dover fare l’ennesimo lancio nel vuoto di una politica incapace a fornire una visione di città. 

In questa incertezza la nostalgia è un sentimento che rischia di vincere in una Napoli che ormai sembra proiettata più a guardare al passato che a costruire il futuro.