Gratteri: "Il crimine a Napoli c'è, ma noi rispondiamo"

"Non passa settimana senza arrestare persone per mafia, droga, omicidi"

gratteri il crimine a napoli c e ma noi rispondiamo
Napoli.  

"Sono stato sempre chiaro, dico sempre quello che penso e guardo le persone negli occhi: l'ho fatto sempre in Calabria e lo sta facendo a Napoli. Più volte, in varie sedi, ho detto 'fidatevi, venite a parlare, venite a denunciare'. Ricevo tutti, anche di sabato, di domenica, di pomeriggio, dove volete: non avete alibi per non denunciare". Lo ha sottolineato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, rispondendo alla domande dei giornalisti a margine della sottoscrizione del "Protocollo per la legalità e la sicurezza delle imprese" in Prefettura a Napoli. A chi gli ha chiesto se c'è ancora paura nel denunciare il procuratore ha replicato dicendo che è vero che c'è ancora paura ma anche che "non c'è alternativa alla denuncia: pagare la mazzetta, pagare il pizzo significa essere schiavi per tutta la vita". Poi ha ricordato il caso di due giovani commercianti partenopei: "Abbiamo avuto due ragazzi meravigliosi, giovani, che hanno aperto un'attività commerciale e a cui pochi mesi fa hanno chiesto il pizzo. Hanno avuto il coraggio di denunciare. Hanno le forze dell'ordine vicino, sono passato anch'io a trovarli: ragazzi di 23-25 anni non possono pagare il pizzo fino a 60 anni. Devono denunciare, ripeto: fidatevi di noi". 

"Si sta registrando nelle ultime settimane una recrudescenza del crimine ma "c'è anche la risposta delle forze dell'ordine e della magistratura". Lo ha sottolineato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, rispondendo alla domande dei giornalisti a margine della sottoscrizione del "Protocollo per la legalità e la sicurezza delle imprese" in Prefettura a Napoli. "La criminalità c'è, è violenta, - ha evidenziato - ma ci siamo anche noi: ci sono le forze dell'ordine, e le risposte le diamo. Non passa settimana che non contestiamo e arrestiamo persone per associazione mafiosa, per droga, per omicidio. Si può fare di più e meglio, si possono commettere degli errori, qualche sbavatura ma noi siamo qui per lavorare: non sbaglia chi lavora, sbaglia chi non fa niente. I censori sono quelli che non hanno mai lavorato. Tutti insieme però possiamo rendere più vivibile questo territorio". "Sicuramente sarebbe utile se il potere decidesse di investire su altre mille telecamere", ha proseguito. "Devono funzionare? Certo che devono funzionare - ha aggiunto il procuratore - perché se compri una macchina poi ci devi mettere la benzina".