IL PIZZINO di Urgo: Il peggior modo di vincere

Una big nel calcio moderno deve dotarsi di mezzi che la rendano efficiente e competitiva

il pizzino di urgo il peggior modo di vincere
Napoli.  

Dalla fine del deludente campionato scorso al sorprendente oggi i nomi dei tesserati del Napoli che a vario titolo, ma non sempre con un adeguato corrispettivo economico, hanno lasciato il Napoli sono: Rui, Zanoli, Natan, Ostigard, Demme, Zielinski, Gaetano, Cajuste, Lindstrom, Cheddira, Folorunsho, Zerbin, Osimhen e Kvaratskhelia. Mancava poco per Marin e Ngonge. Si era perfino parlato delle cessioni di uno sfiduciato Raspadori e di un carichissimo (anche se non più decisivo come un tempo) Simeone.

Taccio sull'anonimo Dendonker e su Traorè (che pare però stia facendo bene all'Auxerre) e sui tanti giovani non apprezzati né sperimentati da Conte (da Obaretin a D'Avino, da Russo a Saco, da Cioffi a D'Agostino e Ambrosino) e ormai dispersi chissà dove. Qualcuno mi dica se tra tutta questa folta schiera di calciatori non ce n'era neanche uno che permettesse alla squadra di Antonio Conte - quello che i giocatori li motiva e li fa crescere nel corpo, nella tecnica, nella mente e nel cuore - di migliorarsi o quantomeno di affrontare con maggior tranquillità il futuro.

Rispetto al nulla che è arrivato, due o tre di loro potevano certo rappresentare qualcosa per i compagni, il loro allenatore e il suo staff. Un Cajuste e un Lindstrom - per fare due nomi non esattamente a caso - non potevano dare qualche buona alternativa al tecnico salentino? E il bistrattato Ostigard, siamo sicuri che non aveva più nulla da dire nella formazione azzurra, se Juan Jesus che appariva ormai a tutti come un calciatore finito è risorto dopo la cura Conte? C'era proprio bisogno di prendere Marin se poi non era gradito all'allenatore e non avrebbe giocato neanche un minuto? A quel punto non era meglio tenersi Natan?

La mia impressione è che il problema non sia il direttore sportivo (sia Melillo o Manna), ma chi lo governa. È la società che - tra incertezze strategiche, impreparazione in ogni situazione critica (sembra sempre cadere dalle nuvole) e mancanza di una vera idea di futuro - non è in grado di assicurare i ricambi giusti a chi più o meno inopinatamente va via. In questo Antonio Conte sbaglia se dice che il Napoli "non potrà mai fare un mercato da big" riferendosi al solo aspetto economico. Lui lo sa bene, una big nel calcio moderno deve dotarsi di mezzi che la rendano efficiente e competitiva in tutti gli ambiti aziendali e dove il mercato è solo un aspetto tra i tanti. Ben venga chi arriverà all'ultimo minuto, ma per chi come me crede nei valori e non nelle chiacchiere questo è il peggior modo di vincere.