Lo aveva detto Antonio Conte, durante la conferenza stampa che aveva preceduto la sfida contro la Lazio all'Olimpico: "Sarà tosta, difficile, un campo notoriamente difficile per tanti aspetti, ma anche noi abbiamo dimostrato di essere tosti in ogni situazione, con o senza qualcuno, chi ci ha affrontato ha sempre capito che siamo tosti, pronti a tutto". E così è stato.
Va detto che la partita disputata dagli azzurri non è stata né bella né trascendentale, ma va pure - a onor del vero - aggiunto che neanche la Lazio ha fatto vedere molto nei quasi 100 minuti di gioco, ed eccetto che per la grande occasione avuta da Isaksen al minuto 55 e per il bel gol annullato a Zaccagni in fuorigioco non v'è stata traccia dei padroni di casa fino alla rete di un indisturbato Dia a pochi minuti dal 90°. Ecco questo è il primo punto all'ordine del giorno.
Il Napoli si è fatto rimontare in tre partite di seguito, partendo sempre da situazioni di vantaggio minimo, perdendo 6 punti che potranno risultare determinanti ai fini della vittoria del campionato o anche solo dell'accesso in Champions League o giù di lì. Alla squadra partenopea mancano quello che il sottoscritto va invocando da 8 mesi, i ricambi, che pare invece siano diventati argomento di discussione pubblica e dotta solo da quando la squadra è piombata in pieno stato d'emergenza per le assenze di Olivera e Spinazzola prima e Neres poi. E proprio da quel lato è nata e si è poi realizzata l'azione che ha portato al pareggio dei biancocelesti, complice anche l'uscita dell'unico giocatore di ruolo, il volenteroso (questa volta) Mazzocchi.
C'è anche da dire che tutta la squadra sembra affievolirsi nei minuti finali, al di là delle alchimie tattiche - talora anche molto bizzarre o addirittura controproducenti - del suo allenatore. Questo potrebbe rendere ragione dei pareggi capitolini, entrambi sopraggiunti nei minuti finali, ora per la disabitudine di qualcuno ad adattarsi alle nuove (e ripeto talora astruse) disposizioni in campo, ora per le difficoltà di chi non gioca mai e non sente neanche la fiducia del suo allenatore (vedi Rafa Marin) a metterci la testa oltre che il cuore quando poi è chiamato a entrare a pochi minuti dalla fine di un match così caldo e importante.
Quale che siano le ragioni dell'ennesimo pareggio, ci si chiede pure che fine abbiano fatto i nuovi acquisti di gennaio di centrocampo, perché anche quello conta se si vogliono portare a casa le partite con il massimo della posta. Su Ngonge taccio per evitare di essere accusato di far parte del "fuoco amico".