Ora che il Mondiale per Club è cominciato - peraltro con un nulla di fatto tra formazioni di caratura differente - per decretare chi, alla fine dell'ennesima stagione lunga ed estenuante, sarà premiata come la squadra meno stanca e demotivata della Terra, i calciatori del Napoli, il loro baldo e supervincente allenatore e tutto il suo staff riposano nei più prossimi ovvero nei più remoti angoli del pianeta. E fanno bene. C'è, come ha detto Antonio Conte qualche giorno fa a Sky, "uno scudetto" - di nuovo - "da difendere", il (suo) buon nome da tutelare e una Champions da onorare, provando a fare un altro piccolo o grande passo in avanti verso la crescita societaria (ammesso che interessi a qualcuno), la storia e la gloria di un gruppo, di una città e di un popolo. Non roba esattamente da poco.
Per ottenere risultati così ambiziosi e non far irritare ulteriormente il mastino di Lecce (quello dei Baskerville terrorizza ancora ben altre platee), il buon Aurelio De Laurentiis con il suo eroico direttore sportivo - Giovanni Manna da Salerno, via Torino, ma (ahimè) sponda bianconera - stanno proseguendo l'opera di impoverimento delle casse sociali, provando ad acquistare solo calciatori già in possesso di un pedigree di prima fascia o in procinto (a giudizio esclusivo del tecnico salentino) di arrivarci a breve.
Il risultato conclusivo è che se non costano un botto non vengono neanche presi in minima considerazione, o meglio neanche messi nella scodella della (suddetta) ferale belva. Dopo il colpo del secolo, Sua Maestà Kevin De Bruyne, e il mortaretto, Sua Felicità Luca Marianucci, il Napoli si guarda intorno, con l'aria di chi non vuole farsi trovare impreparato (e sfornito di soluzioni apprezzabili) "gli ultimi sette giorni di mercato" (di nuovo Ipse dixit, ndr), ma ha un problema grande quanto una casa: una delle sue principali fonti di approvvigionamento finanziario per la stagione che sta per iniziare - quella della riprova - il centravanti d'ebano, il bizzoso e irriconoscente Victor Osimhen, non è voluto andare in Arabia Saudita, dopo che le parti in trattativa per la proprietà del suo cartellino si erano già strette la mano e avevano ordinato lo champagne e le tartine, nonché la sala da ballo, dove gozzovigliare fino a tarda notte. Tutto annullato, bomboniere comprese! A dare una speranza al cassiere azzurro pare non resti che il Galatasaray che, sapendo di essere rimasto solo, non solo aspirerebbe a risparmiare sulla clausola di 75 milioni di euro, ma vorrebbe anche pagarla con 120 comode rate. E si ricomincia tutto daccapo.
