Racconta...Meleil commento di Silver Mele

Il Napoli al bivio europeo...ma la rivoluzione è già in corso

Il tecnico azzurro dovrà rinunciare fino a fine stagione ad Albiol, operatosi in settimana

il napoli al bivio europeo ma la rivoluzione e gia in corso

Il pollice verso dovrebbe essere, e lo è stato puntualmente per il partito dei tifosi in altalena, il gesto prescelto per accompagnare il pareggio del Napoli in casa della Fiorentina. Non contano il gioco espresso e il tenore della prestazione, quella che ha di fatto annullato la pericolosità delle ripartenze viola, letali alla Roma di Coppa circa dieci giorni fa. Non bastano le almeno sei palle gol limpide costruite dalla squadra di Ancelotti, che la sfida del Franchi l’aveva pensata così: neutralizzare il pressing alto della Viola e assaltare la profondità, riducendo la pericolosità dei velocisti di Pioli. Tutto bene, con interessanti note legate ai rilanci personali di Hysaj, Maksimovic, Allan, ad eccezione del gol: che purtroppo manca al Napoli da tre trasferte di campionato, quattro se si considera la serataccia di Coppa Italia in casa del Diavolo. Un piccolo sforzo a questo punto bisognerebbe farlo: si può imputare al Napoli di aver smarrito identità e convinzione solo perché l’attacco non vive il suo miglior momento e Lafont, portiere fiorentino, ha indossato i panni del supereroe nella serata che da quelle parti sentono così tanto? Tutto ruota intorno al risultato, alla bramosia di vittoria che il tifoso vede come opzione lontanissima in campionato, già sfumata nella coppa nazionale e in quella Champions fonte esclusivissima di rimpianti. Mancando tuttavia di considerare un aspetto piuttosto evidente con il quale Ancelotti sta convivendo: il processo di rinnovamento tattico ma anche tecnico, già ampiamente avviato e foriero la prossima estate di ulteriori ritocchi. Pensare che tutto fosse scontato dopo lo spettacolo dello scorso anno, infruttuoso e frustrante per molti, come ammesso dal papà di Hamsik a proposito di uno scudetto non certo perso in albergo, è stato probabilmente l’errore di fondo dal quale partorisce l’idea del tifoso che se non si vince al Franchi, a prescindere dalla qualità della prestazione, è giusto si parli di prova fallimentare. Per fortuna si può guardare oltre, senza sottacere la necessità di rispolverare l’istinto del killer che ci vuole per chiudere pratiche poi amare come quella di Firenze. Il saluto ad Hamsik metterà fine al baillamme fastidioso di voci, cene, festini, brindisi fatti e poi ritirati: con indubbie conseguenze sulla testa dei protagonisti e sui loro stati d’animo. Confusione, anche quella propria di una stagione di cambiamenti. Con l’Europa League in arrivo come grossa chance per provare a vincere. Attendersi equilibrio nei giudizi è troppo, rispolverare personalità e tremendismo già dalla tappa di Zurigo invece un obbligo. Pur dovendo rinunciare alla classe di Marek e i galloni di Raul Albiol.