Morire di malaria, così è tornato l'incubo in Campania

Milioni di vittime fino alle seconda guerra mondiale. Sembrava sparita. Non è così

Come si diffonde, quali sono i sintomi e come difendersi

di Luciano Trapanese

La malaria è un incubo che ritorna. Una malattia endemica in Italia fino alla fine della seconda guerra mondiale. Che ha fatto milioni di vittime. Anche in Campania. Soprattutto tra l'alto Casertano e la piana del Sele, zone paludose, infestate dalle zanzare.

Nel 1882 l'Italia aveva 25 milioni di abitanti. Undici milioni erano costantemente a rischio. Due milioni si ammalavano. Le vittime erano tante, naturalmente, più di centomila. E tra i sopravvissuti molti avevano conseguenze gravi e permanenti.

Un rischio soprattutto tra la popolazione povera. Ma non solo. Anche Cavour è morto di malaria.

Ora, dopo il caso della bimba morta a Brescia (e i due bambini infetti nel Casertano), torna in primo piano una malattia che sembrava debellata. Ma non è così.

Tra il 2011 e il 2015 sono stati accertati 3mila e 363 casi di malaria. Quasi tutti d'importazione, cioè contratta all'estero e poi manifestatasi in Italia. Sette casi sono invece autoctoni. Il che lascia supporre che sia stato trasmesso dalle “nostre” zanzare, infettate da un caso di importazione.

Le persone più anziane hanno un ricordo vivido della malaria in Italia. Anche perché i tedeschi sia nella Piana del Sele sia – e soprattutto - nell'Agro Pontino, ben sapendo che era presente l'anopheles labrianchiae con un attacco biologico allagarono i campi nel tentativo di fermare l'avanzata alleata.

Nel dopo guerra sono stati determinanti il Ddt e le migliorate condizioni economiche e ambientali. Lentamente la malaria è diventata marginale, quasi del tutto sparita. Quasi. I casi – come detto - sono pochi. E quelli autoctoni rarissimi.

Non è dunque giustificato nessun tipo di allarmismo. E neppure a dire il vero la consueta caccia all'untore – naturalmente straniero, anzi africano -. I vettori del contagio possono essere tanti. Anche il trasporto merci in navi o aerei. Il turismo o i viaggi in zone dove la malattia è ancora molto presente (in molte zone del continente africano, Kenya soprattutto).

La malaria resta la seconda malattia infettiva mortale al mondo, dopo la tubercolosi. I nuovi casi sono circa mezzo milione ogni anno, quasi tutti concentrati in Africa.

Si trasmette esclusivamente con la puntura di una zanzara. I sintomi sono febbre alta, mal di testa, tensione ai muscoli della nuca, brividi, nausea, vomito e diarrea. Deve essere trattata in tempo con farmaci adatti, e le possibilità di guarigione sono altissime. In caso contrario diventa particolarmente pericolosa, a volte letale.