Il porto nel caos, il futuro di Salerno sotto un tunnel

Lo scalo è cresciuto in maniera costante. Ma ora soffoca tra i problemi. E Porta Ovest...

Attese lunghe, confusione sicurezza dei lavoratori ai limiti della legge: sciopero degli autotrasportatori. Nel frattempo sono arrivati fondi per 210 milioni di euro: potrebbero dare la svolta definitiva allo scalo. Ma si deve fare in fretta

di Luciano Trapanese

Dal miracolo al caos. Per il porto di Salerno sono giorni difficili. Lo scalo è a un passo dal futuro – sono arrivati investimenti importanti -, ma nel quotidiano si dibatte tra difficoltà enormi, che travolgono l'intera città, e fanno riproporre una vecchia idea dell'epoca Conte: trasferirlo sulla Litoranea.

Le questioni sono tante. Dall'aspetto orografico: non c'è molto spazio per supportare la crescita sia del porto, sia della zona di carico e scarico. I fondali sono bassi, e non consentono l'approdo di grandi navi da crociera o mercantili di dimensioni importanti. L'arrivo di altre linee di trasporto ha aumentato il disagio, i tempi d'attesa, e reso ancora più pericoloso il lavoro degli addetti (si conta almeno un morto l'anno). Al punto che la Fai (Federazione autotrasportatori italiani), ha indetto cinque giorni di sciopero. Di fatto sarebbe bloccata qualsiasi attività nel porto, con danni molto gravi. I camionisti chiedono due cose all'amministrazione comunale: dare la possibilità alle auto di entrare in città, superando quindi il pericolo di immettersi sul viadotto Gatto. E lasciare agli automobilisti anche la possibilità di utilizzare via Benedetto Croce.

Tutto dipende dai lavori di Porta Ovest, che consentirebbe di collegare il porto alle autostrade, migliorando e di molto la viabilità. Un'opera considerevole, da 149 milioni di euro. E' stata completata al 45 per cento. Ora i lavori sono fermi per le difficoltà economiche che hanno investito la ditta appaltatrice, la Tecnis, in amministrazione straordinaria.

Per ovviare all'ingolfamento del traffico il comune ha spostato la fermata dei bus da via Ligea a via Vinciguerra. Risultato: residenti infuriati, già lamentano servizi di trasporto pubblico come minimo inadeguati.

Insomma, problemi a cascata. Al punto, come accennato, che il consigliere Antonio Cammarota, presidente della commissione trasparenza, ha riproposto una antica idea: trasferire il porto in Litornaea. In un sol colpo si libera la città e si trova un luogo dove lo spazio non è certo un problema.

Idea impraticabile, però. Troppi costi, troppo tempo. Risultato tutto da verificare.

I problemi del porto di Salerno sono legati all'aumento notevole del traffico nello scalo. Una crisi di crescita. Anche nel 2017 – quando i problemi attuali erano già evidenti – la movimentazione dei container ha segnato un 13 per cento in più rispetto all'anno precedente. Un boom che del resto ha trasformato il porto salernitano in una reale alternativa a Napoli.

E non solo. Sono in programma anche grandi investimenti. Bisognerà spendere 210 milioni entro due anni. Sono progetti in parte finanziati con fondi nazionali e in parte sostenuti dall'Unione Europea. Obiettivo: migliorare l'accesso e i servizi dello scalo. Che sono proprio i limiti evidenziati in questi giorni. Il porto salernitano – come saprete - è entrato a far parte, con un po' di ritardo, dell'Autorità sistema portuale Tirreno centrale. E sono necessari per il suo ulteriore sviluppo almeno due interventi (oltre quello di Porta Ovest): l'allargamento dell'imboccatura portuale, lavori per 23 milioni (al vaglio del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche della Campania), e – come detto – il drenaggio dei fondali (22 milioni). L'obiettivo è renderli più profondi di tre metri. Si attende il via libera del ministero dell'Ambiente.

Sarà anche riqualificato il molo Manfredi e la zona intorno alla stazione marittima di Zaha Hadid, bellissima ma a oggi poco utilizzata.

E' importante – proprio per le ridotte dimensioni dell'area – migliorare e rendere più efficienti le zone retroportuali (come quella di Mercato San Severino).

Il futuro si vede dunque. I soldi ci sono. I progetti anche. Ma il presente è complicato e proprio per questo tutti quegli interventi hanno l'urgenza di essere realizzati il prima possibile. Dal porto passa un pezzo importante del futuro di Salerno. E il caos attuale getta inevitabili ombre proprio su quel futuro.