Il Papa a un gay: Dio ti ha fatto così e ti ama così

La frase, riferita da una delle vittime dei preti pedofili cileni, ribalta la tradizione cattolica

Il pontefice si era già mostrato tollerante nei confronti dell'omosessualità, ma in questo caso va oltre, e la considera «un volere e un dono di Dio».

di elleti

Papa Francesco si era già pronunciato sui gay («chi sono io per giudicarli»), suscitando sconcerto negli ambienti più conservatori del cattolicesimo. Questa volta sarebbe andato oltre. Juan Carlos Cruz, una delle vittime dei preti pedofili cileni, al termine di un colloquio con il pontefice ha dichiarato: «Francesco mi ha detto: tu sei gay, non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa». Una frase che, se confermata, ribalta completamente il punto di vista cattolico sull'omosessualità. Un'apertura senza precedenti. Anche perché sembra suggerire che l'orientamento sessuale sia stato progettato e donato da Dio. E questo implica anche che Francesco non creda che le persone scelgano di essere gay o lesbiche, come invece sostengono gli ambienti più ortodossi della Chiesa (e non solo).

Juan Carlos Cruz ha rilasciato quelle dichiarazioni al quotidiano spagnolo El Pais. Al momento non ci sono state né smentite, né precisazioni. Lo stesso Greg Burke, il portavoce del Vaticano non ha risposto, e non ha chiarito se le frasi riferite da Cruz riportassero fedelmente la sua conversazione con il Papa.

Come detto non è la prima volta che il pontefice esprime un atteggiamento di tolleranza nei confronti dell'omosessualità. Contraddicendo, in pratica, il tradizionale insegnamento del cattolicesimo che ritiene il sesso gay – e tutto il sesso al di fuori del contesto matrimoniale – un peccato. Era il luglio del 2013 quando papa Francesco, replicando alla domanda su una presunta lobby gay in Vaticano, aveva risposto con quell'ormai famoso «chi sono io per giudicare?».

Chi conosce bene il papa (e tra questi il suo biografo, Austen Ivereigh), ha spesso ricordato come Francesco avrebbe espresso commenti simili a quelli riferiti da Cruz in altri colloqui privati.

Molti esperti ritengono anche che il pensiero del papa non rappresenti un reale cambio di rotta rispetto alla dottrina cattolica, perché la chiesa non si è mai pronunciata ufficialmente sull'origine della omosessualità.

Di certo queste osservazioni arrivano in un momento particolare per il Vaticano. Il dibattito è apertissimo. E non solo. Il Papa ha scelto padre James Martin, un gesuita di New York, come consulente della segreteria vaticana per le comunicazioni. Non un nome a caso. Martin – seguitissimo anche sui social – ha scritto in un recente libro che «è dovere della chiesa far sentire i cattolici Lgbt benvenuti ed è necessario smettere di discriminare le persone sulla base della loro moralità sessuale».

Tutto questo a pochi giorni dai gay pride che si svolgeranno in tanti centri italiani (in Campania a Salerno, Pompei e Avellino), e che stanno sollevando la solita ininterrotta sequela di polemiche. Le frasi di papa Francesco – se confermate – rappresentano un epocale cambio di rotta. E rendono ancora meno comprensibili i mancati patrocini che molte amministrazioni comunali, soprattutto al nord, hanno negato alla manifestazione dell'orgoglio omosessuale. Spesso anche e soprattutto «per difendere la morale cattolica».