Frana del 4 maggio 1998: "Una ferita ancora aperta"

Il sindaco di Roccapiemonte:"Non dimenticheremo mai quelle drammatiche ore, le tante vittime"

frana del 4 maggio 1998 una ferita ancora aperta
Roccapiemonte.  

 

Sono trascorsi ventitré anni da quel 5 maggio del 1998, quando una terribile frana inghiottì i territori di Sarno, Siano, Bracigliano, Quindici e San Felice a Cancello, trascinando una coltre di fango che costò la vita a ben 161 persone, di cui 137 solo nel comune di Sarno. Resta vivo il ricordo di quella tragedia. Il sindaco di Roccapiemonte, Carmine Pagano, ha voluto ricordare quei momenti e il sacrificio del concittadino Aldo Amatruda, che rimase in prima linea per aiutare i feriti ma venne travolto dal fango:

"Ci sono giornate della nostra vita che non potremo mai dimenticare. Alcune belle, altre terribili. Momenti in cui si ferma l’orologio. Sai benissimo cosa stavi facendo in quel preciso istante. E’ la sensazione che provo e, come me, penso tantissime persone del territorio, quando arriva il 5 maggio, nel ricordo vivissimo di quelle ore drammatiche del 1998. Le notizie che giungevano da Sarno, poi da Siano, Bracigliano, Quindici e San Felice a Cancello, facevano mancare il respiro tanto era lo sgomento, la paura ed infine il dolore per quanto stava accadendo. Si tratta di flashback che tornano a bussare alla nostra memoria riportandoci indietro nel tempo. Una ricorrenza triste perché morirono 161 persone, tra cui un nostro amatissimo cittadino, l’infermiere Aldo Amatruda che aveva appena terminato il suo turno nel vecchio ospedale Villa Malta di Sarno.

Rimase in servizio per soccorrere i primi feriti che giungevano da altre zone della cittadina sarnese. Fu travolto dal fango, così come inghiottita l’intera struttura. Un eroe cui è stata poi
conferita la Medaglia d’Oro al valor civile e Medaglia d’Oro al merito della Sanità Pubblica dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Aldo Amatruda è sempre presente nella mente mia e dell’intera comunità di Roccapiemonte.

Per alcuni quella tragedia ha rappresentato una sorta di vendetta della natura nei confronti dell’uomo, incapace di preservare il proprio territorio, di proteggerlo e amarlo nella maniera più idonea. Questa triste pagina della nostra storia deve certamente indurre noi Amministratori a fare sempre di più a difesa dell’ambiente.

E’ un compito non semplice perché ci si scontra sempre tra le maglie della burocrazia e con la mancanza dei fondi necessari. Insieme ad altri Sindaci, posso assicurare che si sta facendo di tutto per ottenere risposte dagli Enti preposti al fine di poter giungere ad una piena messa in sicurezza del nostro territorio."

Anche il sindaco di Angri, Cosimo Ferraioli, ha condiviso un messaggio in ricordo di quei momenti: "5 Maggio 1998, a Sarno la furia della montagna uccide 137 persone. La Protezione Civile di Angri fu una delle prime a portare soccorso. Ci sono momenti che non scorderemo mai più. Questo è uno di quelli."