Allerta meteo, caos chiusura scuole. I sindaci: «Non lo facciamo per divertirci»

Canfora: «Come potrei continuare a vivere, se ad uno solo dei miei cittadini capitasse qualcosa?»

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Sarno.  

Gli alunni avranno, sicuramente, esultato. Un po' meno i genitori che, dopo l'ennesima chiusura delle scuole ordinata da alcuni sindaci del Salernitano per l'allerta meteo, hanno manifestato il proprio dissenso. Polemiche che hanno spinto gli amministratori a motivare pubblicamente la propria decisione.

La prima “lettera aperta” è stata pubblicata dal sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, città che in passato ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane a causa di una frana. «Mi rivolgo, con il cuore in mano, da sindaco, da padre e da nonno, ai genitori che, a causa della chiusura delle scuole, vanno incontro a diversi problemi, per spiegare le ragioni che ci spingono a questa decisione», ha esordito la fascia tricolore sarnese che nel riepilogare l'iter previsto dalla Protezione Civile in caso di allerta. «Diventa, quindi, obbligatorio chiudere i parchi, il cimitero, attenzionare i monti ed il fiume, chiudere le scuole, perché ci sono bambini e ragazzi, anche per lasciare strade libere ed avere spazi a disposizione in caso di evacuazione. Tanti sindaci adottano gli stessi provvedimenti ma io devo farlo, più di tutti, vista la storia della nostra città, perché nessun lavoro, nessuna manutenzione, e tanti ne sono stati fatti, potrebbe fermare la furia delle acque o del fango. Si fanno gli esempi di città vicine, che non hanno monti o fiumi, colline…si dice ma ai miei tempi, ma il clima è cambiato, non c’erano le piogge torrenziali che ci sono adesso, i monti non erano stati feriti dalle colate di fango del 1998.

Molti mi chiedono la Dad ma, in qualità di sindaco, non posso ordinarla ed è, tra l’altro, non consentita da disposizioni sindacali per l'allerta meteo. Mia moglie è un’insegnante, molti la conoscono, credete che io sia contento quando sono costretto a chiudere le scuole? E se accadesse qualcosa, come potrei continuare a vivere, se ad uno solo dei miei cittadini capitasse qualcosa? Io sono vivo per miracolo, nel 1998 non ero di servizio al "Villa Malta", Roberto Robustelli è stato salvato per miracolo, pensate che, se accadesse qualcosa, potremmo mai perdonarcelo?». «Non chiudo le scuole perché mi diverto, ma solo per assicurare tranquillità e sicurezza a voi ed ai vostri figli, perché questo è il mio compito».

Sulla stessa linea anche il sindaco di Siano, Giorgio Marchese: «Sono certo che tali decisioni spesso provocano disagi alle famiglie per la gestione dei propri figli, ma vi esorto a capire che sono adottate con attenzione e scrupolosità per garantire la sicurezza della nostra popolazione. Vi invito quindi alla massima collaborazione e ad “accettare” tali decisioni con tanta tranquillità in quanto la sicurezza dei vostri figli viene prima di ogni cosa».