Nel Vallo di Diano, Tanagro e Alburni a rischio i servizi sociali

Comuni non versano 2,4 milioni al Consorzio

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Salerno.  

È allarme nel Vallo di Diano, Tanagro e Alburni, a sud della provincia di Salerno, dove la tenuta dell'intera rete di servizi sociali è seriamente compromessa: mancano all'appello oltre 2,4 milioni di euro che diversi Comuni non hanno versato al Consorzio Sociale S10, l'ente che gestisce le politiche sociali per l'Ambito territoriale comprendente 19 Comuni.

I dettagli

La crisi di liquidità potrebbe presto tradursi in sospensioni o tagli a servizi essenziali come asili nido, assistenza domiciliare, centri per disabili e interventi per minori e famiglie. La situazione è emersa dopo un'attenta ricognizione contabile avviata nell'ottobre 2024. Dai controlli è emerso che una parte significativa dei Comuni aderenti non ha adempiuto agli obblighi di compartecipazione stabiliti dallo Statuto consortile, che prevede il versamento di 7 euro per abitante, oltre al trasferimento dei fondi regionali e nazionali dedicati, come quelli per gli asili nido.

Alcuni Comuni hanno avviato piani di rientro, mentre altri - si legge in una nota del Consorzio - continuano a ignorare ogni richiesta di regolarizzazione. Da qui la decisione, considerata come extrema ratio, di inviare lettere di diffida per sbloccare una situazione ormai insostenibile. A rischio non sono solo le prestazioni sociali rivolte ai cittadini più fragili (anziani, persone con disabilità, minori in difficoltà) ma anche la sopravvivenza delle cooperative sociali che gestiscono i servizi in appalto e che da mesi non ricevono i pagamenti dovuti, accumulando gravi scoperti e ritardi nel pagamento degli stipendi ai lavoratori.

"Non si tratta solo di un problema amministrativo - sottolineano dal Consorzio - ma di una vera e propria emergenza sociale che coinvolge centinaia di famiglie e operatori". L'unica garanzia di continuità riguarda, per ora, i progetti finanziati con fondi ministeriali vincolati, come il programma PIPPI per l'inclusione dei minori e il Centro Antiviolenza, attivo sul territorio con anche una casa rifugio per le vittime. Negli ultimi mesi, diversi incontri tra il CdA del Consorzio e i Comuni inadempienti non hanno prodotto i risultati sperati, nonostante gli appelli e la volontà di trovare soluzioni condivise. Lo scorso anno il Consorzio è stato costretto a ricorrere a un anticipo di cassa bancario, con interessi che hanno aggravato ulteriormente la già precaria situazione finanziaria.