Oltre cinquecento studenti e studentesse hanno risposto alla mobilitazione e sono scesi in piazza a Salerno per lo sciopero generale in solidarietà con la Palestina e con la Global Sumud Flotilla. "Abbiamo mostrato che le nuove generazioni non hanno intenzione di restare complici del genocidio ad opera dello stato di Israele", scrivono in una nota i Giovani Comunisti di Salerno.
"Il porto di Salerno non può continuare a essere luogo di transito di armi e munizioni destinate a Israele", proseguono. "Mentre a Gaza si bombarda ogni giorno, qui a Salerno si fa profitto sulla pelle del popolo palestinese. Non possiamo accettarlo e continueremo a dirlo con la forza delle nostre mobilitazioni. Come giovani comunisti e movimento studentesco scendiamo in piazza anche perché in Italia si trovano miliardi per il riarmo, ma si tagliano risorse alla scuola. Migliaia di insegnanti e personale ATA in meno, classi sempre più abbandonate, studenti lasciati soli: questa è la fotografia del presente. Ci dicono che non ci sono soldi per la scuola, ma li trovano per le armi. È uno schiaffo in faccia a chi ogni giorno vive le difficoltà della scuola pubblica", l'affondo dei Giovani Comunisti.
"La giornata di oggi non è un punto di arrivo, ma di partenza. Vogliamo costruire un movimento studentesco che non si limiti alle manifestazioni occasionali, ma che sappia organizzarsi, presidiare i luoghi del conflitto, a partire dal porto di Salerno, e collegarsi alle lotte internazionali, contro guerra e capitalismo. Non resteremo in silenzio davanti al genocidio. Non resteremo in silenzio davanti ai tagli alla scuola. Continueremo a scendere in piazza, a organizzare presidi, a denunciare la complicità del nostro territorio con la macchina della guerra. Perché il nostro futuro non sta nelle armi, ma nella libertà. Oggi abbiamo bloccato il porto ma non ci fermeremo".
