Anche la Casa Circondariale di Salerno sarà protagonista, giovedì 18 dicembre, dell’iniziativa nazionale “L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore”, il più grande evento natalizio realizzato in contemporanea all’interno di oltre 56 istituti penitenziari italiani.
L’iniziativa è promossa da Prison Fellowship Italia, insieme a Rinnovamento nello Spirito Santo, Fondazione Alleanza del RnS, in collaborazione con il Ministero della Giustizia e con il patrocinio del CONI Comitato Regionale Lazio, e porta anche a Salerno un messaggio concreto di solidarietà, dignità e speranza.
Alla Casa Circondariale di Salerno, per l’occasione, saranno gli chef Gaetano Torrente e Pasquale Torrente del Ristorante Al Convento, a cucinare per i detenuti e le detenute, offrendo un pranzo speciale che unisce l’eccellenza della cucina campana al valore simbolico del dono e della condivisione. Ad allietare il momento sarà la presenza dell’attore e comico Lello Musella, che contribuirà a creare un clima di festa e umanità.
Fondamentale la forte collaborazione del Comitato Diocesano di Servizio del Rinnovamento nello Spirito Santo della Diocesi di Salerno, che, insieme ai volontari dei gruppi e delle comunità RnS di Salerno e provincia, sarà impegnato nel servizio ai tavoli, nel supporto organizzativo e nel vivere, accanto alle persone detenute, una giornata all’insegna della prossimità e della solidarietà.
L’iniziativa si realizza anche grazie alla disponibilità e all’accoglienza del direttore della Casa Circondariale di Salerno, Carlo Brunetti, che ha accolto con gioia il progetto, riconoscendone il valore umano, sociale ed educativo.
“L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore” coinvolge a livello nazionale oltre 1300 volontari, più di 100 artisti e oltre 70 chef stellati e dell’alta cucina italiana, trasformando per un giorno gli spazi della detenzione in luoghi di incontro e relazione.
«Questi pranzi rappresentano veri e propri punti di svolta – ha dichiarato Marcella Reni, presidente di Prison Fellowship Italia – capaci di illuminare anche gli angoli più bui del nostro Paese e di generare effetti di cambiamento che si diffondono nelle comunità».
A Salerno, come nel resto d’Italia, il 18 dicembre il Natale entra in carcere come segno concreto di attenzione alla persona, perché la dignità e la speranza non conoscono barriere.
