"Salerno rischia di pagare un prezzo altissimo per l’ennesima scelta calata dall’alto, priva di una reale visione ambientale e territoriale, che purtroppo con le ultime decisioni del nuovo presidente dell’Autorità Portuale, in continuità con le governance precedenti, sta già prendendo forma. Il tutto a fronte del disinteresse strategico da parte dell’amministrazione". A denunciarlo è Donato Pessolano, capogruppo di Oltre e consigliere comunale di Salerno, che interviene duramente sugli effetti del progetto di ampliamento del porto commerciale, con particolare riferimento all’allargamento del Molo di Ponente e alle conseguenze sul delicato equilibrio della fascia costiera.
"Con l’ampliamento del Molo di Ponente – afferma Pessolano – in riferimento al quale nei giorni scorsi sono stati approvati interventi preliminari di dragaggio, lo spazio di manovra delle grandi navi si estende ulteriormente e la rotazione verso Capo d’Orso rischia di trasformare di fatto un tratto di mare oggi naturale e non portuale in un’area funzionalmente asservita allo scalo. Una prospettiva che coinvolge direttamente anche i territori di Cetara e Vietri sul Mare, patrimonio Unesco, senza che vi sia stata una reale concertazione né una valutazione seria degli impatti ambientali".
Il consigliere comunale punta il dito contro l’amministrazione cittadina, accusata di incapacità di programmazione e di totale disinteresse per le tematiche ambientali: “Siamo di fronte a un modello di sviluppo - prosegue, ancora - che non porta benefici alla città, né sul piano economico né su quello occupazionale. Le cosiddette autostrade del mare non fanno altro che riversare camion su Salerno, aumentando traffico, inquinamento e pressione urbana, senza alcuna ricaduta positiva per i cittadini”. “Si procede spediti sul piano burocratico – conclude Pessolano – approvando verifiche, certificati e atti aggiuntivi, mentre resta completamente assente una riflessione politica sul modello di sviluppo che si sta imponendo. La parte più bella della fascia costiera di Salerno, porta della Costiera Amalfitana patrimonio dell’Umanità, già sventrata in modo scriteriato circa mezzo secolo fa, non può incrementare la sua funzione di grande porto logistico senza identità e senza tutele. Serve una svolta radicale, che rimetta al centro il paesaggio e la reale vocazione del nostro territorio, garantendo un equilibrio tra sviluppo ed ambiente”.
