LA CRONACA: Migranti e nuovi schiavi. La sfida per la legalità

Come cambia l'accoglienza in Italia. Le difficoltà nella provincia degli sbarchi

Salerno.  

Mondi lontani e guerre ancora più distanti, delle quali avvertiamo solo racconti sbiaditi. Le vediamo sui volti di chi giunge sul suolo italiano. Migranti, extracomunitari, richiedenti asilo. In migliaia sono arrivati sulle coste salernitane, oltre una decina gli sbarchi. Prima che il sistema cambiasse. Il 2018 è l'anno che farà da spartiacque.

Il 27 novembre la camera ha approvato il ddl 840/2018, il cosiddetto decreto sicurezza e immigrazione. Così il primo articolo del decreto promuove nuove disposizioni in materia della concessione dell’asilo e prevede di fatto l’abrogazione della protezione per motivi umanitari, prevista dal Testo unico sull’immigrazione.

Prima di ciò la questura concedeva un permesso di soggiorno ai cittadini stranieri che presentavano “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”, a chi scappava da conflitti e guerre, disastri naturali in paesi non appartenenti all’Unione europea.

Veniva così riconosciuta la protezione umanitaria a cittadini stranieri che – se espulsi - sarebbero andati incontro a persecuzione nel loro paese (articolo 19 della legge sull’immigrazione), o vittime di sfruttamento lavorativo o di tratta. Con l’entrata in vigore del decreto, il permesso di soggiorno non potrà più essere concesso. Introdotto, invece, un permesso per alcuni “casi speciali”, persone colpite da casi gravi di sfruttamento o vittime di violenza domestica o gravemente malati, o per chi si sarà distinto per “atti di particolare valore civile”. Inevitabili le conseguenze.

Nel salernitano sono circa una trentina i Cas, i centri di accoglienza straordinaria, su 20, 25 comuni: da Centola, a Morigerati, a Battipaglia, a Sanza. Circa duemila i richiedenti asilo. Prevedibile che se si seguiranno le norme del decreto sicurezza molti rifugiati resteranno irregolari. Il rischio per il 2019 è che diventino così, se resteranno sul territorio senza documenti, facile preda di sfruttatori e caporali. Aumenta così lavoro nero e illegalità diffusa.

Aumenta la disperazione, come quella che ha spinto Aziz Alhini, marocchino 37enne a suicidarsi il giorno di Natale. Forse per paura di essere rimpatriato, sarebbe successo dopo dieci giorni, espiata la sua pena per aver rubato un portafogli, poi recuperato. Era ospite di una casa di accoglienza alternativa al carcere per detenuti distintisi per buona condotta, a Brignano, Salerno. Lo hanno ritrovato il giorno dopo, con un cappio al collo.

La sfida per la provincia di Salerno, sono circa 50mila i migranti sul territorio, sarà ancora una volta tentare di cancellare il lavoro sommerso, lo sfruttamento che porta alla disperazione, nonostante le difficoltà. In una terra che fa dei braccianti agricoli stranieri la principale manodopera per un'economia, come quella della Piana del Sele, ai primi posti in Italia