Evasione fiscale: sequestrati beni per 600mila euro

Nei guai i gestori di alcune società operanti nel settore della grande distribuzione alimentare

Salerno.  

Evasione fiscale, nei guai una rete di supermercati. I finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso nei confronti di alcune società operanti nel settore della grande distribuzione alimentare, facenti capo ad una nota famiglia di imprenditori salernitani che gestiscono una serie di supermercati dislocati in vari punti del capoluogo. Sono indagati, in concorso tra loro, per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Il provvedimento è stato adottato dal Gip del Tribunale di Salerno nelle indagini condotte dal gruppo della guardia di finanza e dirette dalla Procura.

Le investigazioni avrebbero permesso di stabilire che, per evitare il pagamento delle maggiori imposte sui redditi ed Iva accertate nel corso di una precedente attività di verifica dell’Agenzia delle Entrate di Salerno, nei confronti di una delle società coinvolte, gli imprenditori avrebbero messo a segno una serie di operazioni fraudolente, simulate da cessione di rami d’azienda, rendendo così inefficace o quantomeno difficoltosa la procedura di riscossione coattiva avviata dall'amministrazione finanziaria per il recupero delle somme dovute a titolo di imposte e sanzioni.

Sarebbe inoltre emerso che, secondo uno schema ben consolidato, il dominus di fatto delle aziende facenti capo al gruppo imprenditoriale, con la collaborazione dei congiunti, avrebbe formalmente provveduto a “smembrare” la società, attraverso la cessione di quattro rami d’azienda ad altrettante società, sulla carta autonome, ciascuna chiamata a gestire un supermercato, tutte riconducibili al medesimo nucleo familiare.

La complessa attività svolta ha così permesso di ricostruire l’organigramma societario, i cui responsabili e soci sono tutti collegati da vincoli di parentela; ad essi sono stati notificati i quattro avvisi di garanzia.

Oltre al sequestro dei beni e delle attrezzature rinvenuti nei punti vendita, per un valore di oltre 600mila euro, sono stati  individuati 6 lavoratori “in nero”.

Per salvaguardare la continuità lavorativa e i livelli occupazionali esistenti,  il Gip ha provveduto alla nomina di due amministratori giudiziari, ai quali sono stati affidati gli stessi punti vendita, per garantire la prosecuzione delle attività commerciali.