Omicidi plurimi: indagati due medici della clinica Tortorella

L'indagine della Procura della Repubblica. Nei guai primario e giovane chirurgo

omicidi plurimi indagati due medici della clinica tortorella
Salerno.  

Plurimi omicidi colposi commessi tra il 2017 e il 2018. Questa l'accusa che ha portato all'ordinanza di misura cautelare di Carmine Napolitano, primario del reparto di unità funzionale di chirurgia generale e chirurgia oncologica presso la Casa di Cura Tortorella, a Salerno, e di Clemente Marco, medico chirurgo presso lo stesso reparto. 

Questa mattina i militari della compagnia dei carabinieri di Salerno hanno dato esecuzione all'ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip di Salerno, il 2 dicembre, su richiesta della Procura della Repubblica. Le indagini, iniziate nel 2018, sono partite in relazione ad un incremento anomalo di decessi verificatisi nei mesi successivi all'assunzione dei due medici presso la struttura salernitana. In seguito alla verifica della documentazione sanitaria, riguardante alcuni pazienti ricoverati presso la clinica Tortorella e a seguito di alcuni interrogatori di alcuni medici che avevano evidenziato profili di criticità in ordine agli interventi e un modus operandi del nuovo assunto chirurgo, i militari hanno condotto ulteriori accertamenti. 

L'esame delle acquisizioni preliminari confermava l'anomalia dei decessi rispetto alla media, adombando motivazioni di profitto mirate all'aumento dei ricoveri e alla gestione imprudente dei pazienti. Durante le indagini, sono state effettuate anche cinque autopsie sulle salme. Dopo diverse indagini, anche su cartelle cliniche e con l'ausilio di medici legali, a fronte dell'aumento delle prestazioni e degli utili registrato e lo studio del medico legale su 83 cartelle cliniche, è emerso uno scenario che ha posto in serio dubbio le effettive capacità del chirurgo e della sua equipe, in particolare del suo assistente, il più giovane, Marco Clemente, al quale le indagini hanno riconosciuto un ruolo attivo e co-decisionale nella scelta e attuazione dei trattamenti terapeutici. 

Errata diagnosi di patologie oncologiche, in realtà non esistenti o trattate con opzioni terapeutiche rischiose. La pluralità delle condotte contestate, ha fatto emergere come i due medici indagati, lavorassero in maniera superficiale con scelte terapeutiche rischiose e sproporzionate, violando i protocolli di sala operatoria, aumentando i rischi nel post operatorio del paziente. Pur non essendo allo stato procedibili per difetto di querela le ipotesi di lesioni colpose emerse dall'esame delle cartelle cliniche, gli elementi probatori acquisiti hanno consentito alla Procura della Repubblica di Salerno di elevare a carico degli indagati plurime contestazioni di omicidio colposo commesso nell'esercizio della professione medica e di avanzare richiesta cautelare. 

Si contesta ai due medici indagati di aver eseguito una serie di interventi ad alto rischio di complicanze, totalmente inutili a fronte di patologie oncologiche, purtroppo, in stato avanzato. E' attualmente in contestazione un secondo gruppo di interventi, caratterizzato dalla imperizia nella fase esecutiva e della totale negligenza nella gestione della fase post operatoria. Attualmente, il primario e il chirurgo sono sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, con la misura interdittiva della sospensione dell'esercizio medico.