Bancarotta, arrestati i "re" dei supermarket di Salerno

Debiti per oltre 50 milioni di euro e passaggi di proprietà per sfuggire ai creditori

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Salerno.  

Sono stati arrestati, ed ora si trovano ai domiciliari, i fratelli Luigi e Maria Rosaria Di Bianco, imprenditori salernitani che gestivano una rete di supermercati in città. Ad eseguire l'ordinanza cautelare disposta dal gip, i finanzieri del comando provinciale di Salerno. Dovranno rispondere di bancarotta fraudolenta per distrazione patrimoniale ed un'altra serie di crack di società riconducibili allo stesso gruppo imprenditoriale.

Diversi i marchi finiti nella lente della procura di Salerno, che ha coordinato le indagini delle fiamme gialle: la G6, la 238, il Consorzio 242, la Punto srl, la Q7 srl, Golden Market, Smart srl e Gruppo di Bianco: tutte sigle note nel settore della grande distribuzione salernitano.

Secondo la ricostruzione dei finanzieri, i due fratelli avrebbero accumulato complessivamente debiti per oltre 50 milioni di euro, di cui 28 nei confronti del fisco. Distratti beni e liquidità dalle società, poi fallite, per circa 10 milioni.

L'indagine è particolarmente significativa, anche perché si parla di un'importante realtà imprenditoriale capace di impiegare 150 lavoratori nella gestione di 20 supermercati.

Per sfuggire all'insolvenza, i due indagati avrebbero attuato una serie di passaggi di proprietà tra società distinte, ma riconducibili sempre allo stesso gruppo familiare. Per la guardia di finanza di Salerno "una chiara regia, con una sequenza di atti distrattivi, finalizzati ad eludere le prete dei creditori", come si legge nel provvedimento cautelare.

A complicare l'attività investigativa, gli intrecci nella detenzione delle quote societarie e una gestione accentrata della contabilità fiscale e del lavoro. Le fiamme gialle hanno contestato anche il ricorso improprio ai concordati preventivi, escamotage per posticipare un fallimento che in realtà era già nelle cose.

Gia nel 2019 procura e guardia di finanza avevano sequestrato quattro supermercati del gruppo dopo una verifica fiscale. Le indagini sono proseguite e sono arrivate al provvedimento cautelare con gli arresti domiciliari: ai fratelli è stato contestato un buco di 50 milioni di euro nell'arco di dieci anni.